Seconda notte di scontri, la tanto contestata riforma costituzionale è stata approvata dall'Assemblea nazionale
NOUMÉA - Una seconda notte di violenze nella Nuova Caledonia, dove i sostenitori del movimento indipendentista sono scesi in strada per contestare la riforma costituzionale che allarga la platea elettorale. L'Alto commissario della Repubblica nel territorio d'oltremare francese, Louis Le Franc, ha dichiarato ai media che almeno due persone hanno perso la vita e «centinaia» sono rimaste ferite negli scontri, scoppiati nonostante le autorità avessero dichiarato il coprifuoco notturno.
A riscaldare ancora di più gli animi è stata l'adozione, da parte dell'Assemblea nazionale, della tanto contestata riforma elettorale. La scorsa notte i deputati hanno votato a larga maggioranza a favore del provvedimento, con la sola opposizione delle sinistre. I disordini sono diventati terreno di scontro politico: Marine Le Pen ha invocato la proclamazione dello stato d'emergenza.
Mercoledì mattina il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato il Consiglio di difesa e sicurezza nazionale. Macron ha bollato come «indegne» le violenze e ha lanciato un appello alla calma e ha spiegato che il Congresso legislativo dell'arcipelago si riunirà «prima della fine di giugno». A meno che indipendentisti e filo-governativi riescano a trovare un testo condiviso prima di quella data.
L'Alto commissariato della Repubblica ha spiegato che sono state arrestate oltre 130 persone da lunedì. «Diverse decine di rivoltosi sono stati presi in custodia e saranno consegnati alla giustizia». Residenti di Nouméa hanno dichiarato che, per contrastare le bande principalmente giovanili responsabili delle violenze, sono stati organizzati «gruppi di autodifesa», ovvero milizie improvvisate che compiono ronde armate e incrementano il senso d'insicurezza. Proseguono gli incendi di negozi e supermercati e non si contano le auto e i furgoni dati alle fiamme.