Piero Marchesi, Consigliere nazionale e presidente UDC.
Il prossimo 9 giugno i cittadini ticinesi saranno chiamati a decidere se farsi aumentare le imposte, oppure se impedire allo Stato di mettere ulteriormente le mani nelle loro tasche. Chi non vuole aumenti d’imposte vota Si alla riforma fiscale. Sarebbe sufficiente questo per spiegare ai cittadini l’importanza di sostenere la proposta in votazione.
A complemento, va innanzitutto ricordato che il nostro Cantone è tra i peggiori in assoluto per quanto riguarda la pressione fiscale sui cittadini e le PMI. Nessuno tassa i neopensionati tanto quanto noi per il capitale di previdenza accumulato durante gli anni di duro lavoro. Siamo tra gli ultimi cinque Cantoni per deduzione dal reddito delle spese professionali per i lavoratori residenti. Nel caso di eredità, si applica un'imposta del 41%, mentre la media svizzera è del 15%, e sette Cantoni non prelevano imposte.
La riforma, in sostanza, cerca di migliorare le condizioni quadro, portandoci non in vetta alle classifiche dei Cantoni meno onerosi fiscalmente, ma in una media dei Cantoni svizzeri. E lo fa mediante l'aumento graduale delle deduzioni per spese professionali, con la riduzione del carico fiscale per i dipendenti, allineandosi maggiormente agli standard intercantonali. Lo promuove con la riforma delle imposte di successione e donazione, aggiornando le aliquote e l'introduzione di agevolazioni e favorendo le successioni aziendali. Oppure riducendo l'aliquota massima per migliorare l'attrattività del Ticino per i contribuenti facoltosi, frenando nuove partenze verso altri Cantoni. E poi, aspetto più impattante per le tasche dei contribuenti, prevede la riduzione lineare delle aliquote dell’imposta sul reddito, mantenendo la pressione fiscale attuale che, in caso di bocciatura, provocherebbe invece un aumento generalizzato delle imposte.
Chi si oppone a questa riforma lo fa per motivi prettamente ideologici. La sinistra è nota per voler aumentare le imposte e le tasse a carico dei cittadini, lo fa con ogni mezzo, anche raccontando che questa riforma sarebbe un regalo per i ricchi, quando è evidente a tutti che si tratta di una risposta moderata a vantaggio in particolare del ceto medio, vieppiù tartassato dall’esplosione dei costi, alla quale sarebbe utile non aggiungerci anche un aumento delle imposte.
Piero Marchesi, Consigliere nazionale e presidente UDC