Il nuovo difensore bianconero: Gianinazzi? «Dalle nostre chiacchierate è emersa la sua grande voglia di costruire qualcosa di importante».
LUGANO - Carl Dahlström è passato da Lugano per "scoprire" cosa lo attenderà a partire dal prossimo mese di agosto. Una prima toccata e fuga in città: quale miglior occasione per cominciare a conoscere il difensore svedese? Nel campionato appena concluso il 29enne ha difeso la maglia del Färjestad, mettendo a bilancio 1 gol e 14 assist in 50 incontri di regular season. Prima di trasferirsi in SHL, il diretto interessato ha fatto la spola fra AHL e NHL, campionato nel quale in 67 match ha totalizzato 12 assist.
Dahlström si è concesso alla stampa per una prima chiacchierata: «Parlando con Luca e Hnat e, il modo in cui mi hanno visto come giocatore, hanno reso più semplice il fatto che io sia venuto qui. Sì, vengo descritto come un difensore solido, ma cerco anche di contribuire nella fase offensiva quando posso. Ho parlato con alcuni giocatori che sono passati di qui e mi hanno descritto città, tifosi e ambiente ottimali. Forse gli ultimi due anni non sono stati esattamente quelli che tutti volevano, ma il progetto di far tornare grande il Lugano mi ha subito conquistato e voglio aiutare il club a raggiungere i suoi obiettivi».
A Dahlström non piace essere descritto unicamente come un difensore difensivo: «Penso di avere più istinti offensivi di quelli che ho potuto mostrare finora e spero di dimostrarlo quest'anno a Lugano».
In NHL hai disputato "solo" 67 partite, spalmate su quattro stagioni. Ti aspettavi di più dal tuo percorso oltreoceano? «Tutto vogliono sempre di più. Purtroppo ho avuto un pessimo tempismo con gli infortuni, i quali mi hanno costretto a lavorare sodo per riprendermi il posto. Ma, nonostante ciò, sono contento del mio periodo in Nordamerica».
L'anno scorso hai deciso di tornare in Europa. Perché hai scelto la Svezia? «È stato un mix di elementi che mi hanno portato a optare per il ritorno in Europa. La mia ragazza ha trovato un lavoro interessante in Svezia e ci siamo resi conto per che entrambi sarebbe stata un'ottima soluzione. Inoltre, la Svezia è sempre la Svezia ed è casa mia. Avrei già potuto venire in Svizzera, ma diverse squadre in Svezia erano davvero desiderose di ingaggiarmi, al punto che alla fine ho accettato la proposta del Färjestad».
Il fatto che il Lugano punti in alto ha certamente influito sulla scelta operata dal giocatore... «Sì, certo. Quando ho deciso di venire in Svizzera mi sono detto: "Dove posso vincere qualcosa?" Perché essenzialmente è questo il motivo per cui giochi a hockey. Penso che tutti vogliano vincere... Ripeto, sono davvero convinto dal progetto e, il fatto che il club punti in alto, è uno degli elementi che mi ha spinto ad accettare questa proposta».
Che idea ti sei fatto di Gianinazzi? «È un allenatore giovane che cerca di implementare il suo stile di gioco. Inoltre, il fatto che sia un ragazzo del posto è fantastico. Dalle nostre chiacchierate è emersa la sua grande voglia di costruire qualcosa di importante. Sì, Luca mi ha davvero convinto, mi ha spiegato quali sono gli obiettivi del club già nei prossimi due anni. Un progetto del quale voglio farne parte».
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— Hockey Club Lugano (@OfficialHCL) 13 maggio 2024