Da droga d’élite la sostanza è diventata alla portata di tanti. Grande preoccupazione tra gli esperti. Il nostro viaggio dietro le quinte di un fenomeno nascosto
Tra gli 80 e i 100 franchi al grammo. È il prezzo della cocaina, oggi, nella Svizzera italiana. Una vera e propria deflazione, se si considera che, negli anni ’80, questo tipo di droga poteva costare oltre 200 franchi al grammo. Ma chi sono i consumatori di cocaina oggi? Perché ne fanno uso? E chi sono gli spacciatori? Domande su un mondo nascosto in cui Ticinonline ha provato a entrare.
L’ex consumatore – «Molte scene di rabbia e di violenza verbale, che sono diventate all’ordine del giorno oggi, potrebbero essere legate al consumo inflazionato di cocaina. Ne sono convinto». A parlare è Paolo (il vero nome è noto alla redazione), consumatore di cocaina fino agli inizi degli anni ’90. Oggi Paolo guarda con occhio critico e attento quel mondo che non gli appartiene più. «Ai miei tempi la sostanza era cara, attorno ai 200 franchi al grammo, e quindi riservata a chi poteva permettersi questo sperpero».
Il mito del banchiere – All’epoca si tendeva a confinare l’assunzione di cocaina a momenti precisi, legati al bisogno di evasione e divertimento. La droga dei broker e dei banchieri? Parzialmente vero, secondo il nostro interlocutore. «La considerazione che certe cerchie di professionisti siano quasi legittimate al consumo, in funzione dello stress legato alla professione da essi esercitata, fa parte di una mitologia che non ha fatto altro che sdoganare appunto l’assunzione di cocaina da parte di questi professionisti, anche in ambito medico».
La tristezza – Paolo adesso cerca di stare alla larga dalla cocaina. Non tanto per un rischio di ricaduta. «Ma perché questo ambiente mi mette una particolare tristezza dal profilo umano, e mi ricorda come una persona possa inconsapevolmente sabotare sé stesso e le proprie aspettative di felicità e serenità, rincorrendo assurdi sogni di onnipotenza. Penso che gli striscianti e latenti effetti devastanti della cocaina, sia sulla psiche dei consumatori, sia in seguito sulla società, siano ampiamente sottostimati».
Effetti banalizzati – Prezzi bassi. Estrema banalizzazione degli effetti sia a breve, sia a medio termine. Assoluto disinteresse per le conseguenze sulla sovente già labile struttura psichica dei consumatori. Uso quotidiano e non più ricreativo. «Sono le caratteristiche odierne più evidenti di questo fenomeno. Si sente di operai nell’edilizia, come in fabbrica, che regolarmente consumano, non certo per “fare festa”, ma per gestire la quotidianità delle proprie occupazioni e della propria vita, probabilmente lasciando allo spacciatore di turno un buon 40% del proprio guadagno giornaliero».
Amici e nemici nella stessa sera – E si torna a parlare della rabbia. Delle situazioni aggressive legate alla quotidianità. «Ritengo siano associabili alla caratteristica irritabilità che accompagna gli effetti della cocaina. Molti litigi notturni tra giovani adulti, amici ad inizio serata, ma che finiscono a botte a fine nottata, per motivi che sembrano sempre apparentemente inspiegabili, sono un altro aspetto del fenomeno. Altri stimolanti di sintesi, quali le metamfetamine, ne sono probabilmente un’ulteriore concausa».
Alla luce del sole – Il nostro testimone evidenzia una diffusa estrema disinvoltura, sia da parte degli spacciatori, sia da parte dei consumatori. «Non si pongono particolari problemi a effettuare veloci scambi di denaro e merce, alla luce del sole o in locali pubblici. A volte mi chiedo come queste persone non possano essere note alle forzed ell’ordine. Probabilmente siamo ancora di fronte al tipo di distorsione della realtà causato dalla sostanza stessa, che infonde nell’assuntore l’impressione soggettiva di grande furbizia e capacità di controllo dell’ambiente circostante».
Tutto sotto controllo – Una convinzione tale da legittimare quasi sempre i propri comportamenti. E da indurre il soggetto a ritenerli accettabili. «Frasi come “ho quasi smesso”, “una volta ogni tanto”, “solo quando voglio fare festa”, “tutto sotto controllo” fanno parte del linguaggio del consumatore. Oggi come all’epoca sono le affermazioni che mi sento addurre, quasi quale giustificazione peraltro mai sollecitata, dai consumatori che ancora conosco. Ed è proprio il “tutto sotto controllo”, che personalmente considerò l’indizio principale per desumere, che la situazione è da tempo “fuori controllo”».
Le richieste d’aiuto – Marcello Cartolano, responsabile dei servizi ambulatoriali di Ingrado, segue da anni le persone che cercano di lasciare il mondo della cocaina. «Chi arriva da noi – puntualizza – rappresenta solo la punta dell’iceberg del fenomeno. E questo anche perché alla cocaina, storicamente, viene associata una connotazione atipica, quasi positiva. È la droga della prestanza, del successo, al passo con i tempi. Il cocainomane si trova prigioniero di questa visione. E spesso pensa di non avere bisogno di aiuto. Il fatto che qualcuno si rivolga a noi, dunque, presuppone già una chiara volontà di volere intraprendere un percorso. Magari grazie anche all’intercessione dei famigliari».
“Passa parola” – Cartolano conosce benissimo le caratteristiche della cocaina. «Una droga che viene venduta in grammi. E che purtroppo è accessibile a chiunque. Ci si basa soprattutto sul “passa parola”. Social network e tecnologie legate ai cellulari facilitano il resto. Contrariamente a quanto accade per altre droghe, la cocaina è usata anche da persone socialmente integrate».
L’illusione di una vita al massimo – Che magari consumano di nascosto e che spendono cifre spropositate per il proprio vizio. «Il cocainomane vuole comunque mantenere la propria privacy, solitamente non si vuole esporre pubblicamente. Anche per questo noi non possiamo fare altro che basarci sulle segnalazioni che riceviamo». Per quanto riguarda questi casi, c’è una buona possibilità che la persona riesca a fare un passo indietro. «Si lavora parecchio con la psicoterapia. Ci troviamo confrontati con persone abituate a illudersi di vivere sempre al massimo e che ora devono provare ad avere una vita normale, non incentrata attorno a picchi di euforia. Non è evidente. Uno può farcela a uscirne. Però dipende anche molto dal suo vissuto, dal contesto in cui vive, e anche dalla sua volontà».
Numeri che non dicono tutto – Sul consumo di cocaina in Ticino, e più in generale in Svizzera, sono state fatte diverse indagini statistiche. Tutte da prendere con le pinze. Secondo il monitoraggio svizzero delle dipendenze (2015), i consumatori su scala nazionale sarebbero circa 35.000. Un numero sottostimato. La ricerca dice che il 4% degli intervistati con età superiore ai 15 anni ha fatto uso di cocaina almeno una volta nella vita. Lo 0,5% negli ultimi 12 mesi. Lo 0,2% negli ultimi 30 giorni. Il 75% dei consumatori fa un uso “solo” sperimentale o occasionale di cocaina. Percentuali attendibili? Bisogna calcolare che l’inchiesta viene fatta a campione, su chiamata e su telefono fisso.
Sera e weekend a rischio – In netto contrasto, i dati dell’inchiesta portata avanti, sempre nel 2015, da danno.ch in Ticino. Stavolta il campione, di oltre 100 persone, non è casuale, bensì legato a contesti, quelli della vita serale e del tempo libero, in cui si può ipotizzare un maggiore consumo della sostanza. E infatti la percentuale di chi ha provato la cocaina almeno una volta nella vita sale al 69%. Il 45% ne ha fatto uso negli ultimi 12 mesi. Il 30% negli ultimi 30 giorni. Il 10% dei consumatori di cocaina ne fa uso tutti i weekend. La fascia d’età più critica? Quella tra i 20 e i 44 anni. Il problema riguarda soprattutto gli uomini. Mentre lo statuto sociale è eterogeneo. Si va dal muratore all’avvocato, dallo studente al banchiere.
Nelle fogne luganesi – Interessante anche l’esito delle analisi svolte dall’European Monitoring Center for Drugs Addiction. Nel caso specifico sono stati prelevati campioni delle acque fognarie di Lugano. Ed è emerso che le acque delle fogne luganesi sono paragonabili a quelle di Milano o di Ginevra, per quanto riguarda l’uso di cocaina dei suoi residenti. La concentrazione della sostanza è, dunque, abbastanza alta. Tanto che, in questa speciale graduatoria, Lugano si trova al quarto posto tra le principali città svizzere, dietro solo a Zurigo, Basilea e San Gallo.
Non più solo evasione – Perché una persona decide di assumere regolarmente cocaina? Quali conseguenze può avere per la sua salute? Guido De Angeli, consulente del progetto danno.ch lancia un’ipotesi inquietante: «Se una trentina di anni fa, si usava l’eroina per evadere, forse oggi si usa la cocaina per reggere i ritmi di una società che ci chiede sempre maggiore efficienza».
Effetti da brivido – La cocaina, di fatto, provoca una sensazione di onnipotenza, fa sentire più performanti. Non solo. Aumenta la loquacità. Riduce la sensazione di fame, così come quella di stanchezza. Tutto questo solo per un breve lasso di tempo. «Che varia dai 30 minuti all’ora», dice De Angeli. Poi arriva il buio. «La cocaina ha una grande influenza sul comportamento. Rende la persona più irritabile, più aggressiva. Questi effetti si manifestano in un secondo tempo. Quando i presunti benefici della cocaina svaniscono, c’è chi piomba in un limbo depressivo, chi è in preda ad attacchi di panico, chi va in paranoia, chi ha spasmi cardio vascolari o convulsioni».
Autostima bassa – Proprio a questo livello scatta un meccanismo che porta alla dipendenza. «Il consumatore sta male nella situazione di tristezza in cui è precipitato di colpo. Ha l’autostima bassa. E pensa che l’unico modo per stare di nuovo bene è quello di consumare altra cocaina. È come un cane che si morde la coda. Di fatto, essere un consumatore di cocaina, porta a vivere come sulle montagne russe. Non dimentichiamoci che, a volte,l’uso di cocaina favorisce anche l’instaurarsi di altre dipendenze. Spesso la cocaina viene mischiata all’alcol, i cui effetti vengono mascherati dalla sostanza. I rischi di intossicazione alcolica per il consumatore di cocaina sono alti».
Doping per la quotidianità – Secondo studi svolti a Zurigo e a Berna, il grado di purezza della cocaina consumata in Svizzera varia dallo 0% all’82%. «Più è pura e più è dannosa», sostiene De Angeli. A livello nazionale sta aumentando il consumo di cocaina per iniezione. «Gli effetti, con questa modalità, sono più intensi, ma anche più brevi. Per alcuni la cocaina è diventata una specie di doping che consente di affrontare la quotidianità. Il grosso problema è che questa convinzione va a toccare i meccanismi psicologici della persona. Anche per questo il dipendente riesce a staccarsi dalla cocaina soprattutto grazie alla psicoterapia. Attraverso un percorso terapeutico, a volte accompagnato dalla prescrizione di psicofarmaci, si va a lavorare sugli schemi cognitivi della persona».
La polizia – Nel 2016 sono stati 7 i chili di cocaina sequestrati dalla sezione antidroga della Polizia cantonale. Nel 2015 erano stati 55. Lo scorso 24 marzo, al valico doganale di Novazzano-Marcetto, un 45enne milanese è stato beccato con 16 chili di cocaina nella sua auto. La nascondeva in uno spazio appositamente creato e che poteva essere aperto solo grazie ad un congegno elettronico. Numeri che, secondo Andrea Lurati, responsabile del servizio antidroga della Polizia cantonale, vanno analizzati nella consapevolezza che il Ticino è un Cantone di frontiera. «La quantità di cocaina sequestrata – spiega Lurati – non ci dà un’esatta radiografia di quanta cocaina sia presente in Ticino. Molta droga è in transito. Quello che possiamo dire è che il problema non accenna a diminuire. E che la cocaina non è più la droga dei ricchi o dei colletti bianchi. Il prezzo è diminuito molto. Ora è usata da persone provenienti dalle più disparate estrazioni sociali».
La via della gomma – La sensazione è che la polizia non possa avere sotto controllo l’intero fenomeno. «È chiaro che chi spaccia cerca sempre più di trovare stratagemmi per non farsi scoprire. La maggior parte della cocaina entra in Ticino su gomma, attraverso la strada dunque. Viene trovata nei doppi fondi dei veicoli, nelle borse. Il luoghi di spaccio sono i più disparati. Si va dagli appartamenti ai locali pubblici. Alcuni semplicemente lasciano i soldi nella buca delle lettere, aspettando che passi qualcuno a lasciare il pacchetto».
Inchieste lunghe – A volte lo spaccio viene individuato casualmente, grazie ai regolari controlli di polizia sul territorio. In altri casi, tuttavia, sono le soffiate a dare il la all’inchiesta. «A volte le inchieste partono da lontano. E durano mesi e mesi. Capita che ci siano tante persone correlate tra loro. Indaghiamo, le teniamo d’occhio e quando è il momento interveniamo».