Limitati i prelievi alle banche, il paese europeo rischia il default
KIEV - Resta lo spettro del default in Ucraina, un Paese trascinato sull'orlo del baratro dalla prolungata crisi politica, dalle persistenti tensioni in Crimea e dal congelamento dei prestito russo di 15 miliardi di dollari. Oggi è arrivato un altro segnale preoccupante: la Banca centrale ha limitato il massimale quotidiano dei soldi ritirabili nelle banche del Paese a 15 mila grivnie (circa 1.095 euro), la divisa nazionale che ha già perso un quarto del suo valore dall'inizio dell'anno.
Era stato lo stesso neo premier Arseni Iatseniuk a lanciare l'allarme ieri, definendo i membri del nuovo governo dei "kamikaze politici" per le decisioni impopolari che sono condannati a prendere per salvare il Paese: "le casse dello Stato sono vuote, abbiamo 75 miliardi di dollari di debiti, il doppio del 2010, quando Ianukovich arrivò al potere, e obbligazioni per altri 130 miliardi di dollari.
Le pensioni non sono state pagate per intero da oltre un mese. La valuta straniera e le riserve aurifere sono state saccheggiate", aveva ammonito. Tutto dipende ora dalla velocità e dall'efficacia con la quale il paese riuscirà a normalizzare il livello dello scontro politico, nonché dalla capacità del governo di adottare le riforme necessarie per accedere agli aiuti da Ue, Usa e Fmi.
Washington, ha annunciato il segretario di Stato americano John Kerry, sta valutando un prestito di un miliardo di dollari, la Ue - ha aggiunto - riflette su 1,5 miliardi di dollari di garanzia, mentre il Fondo monetario internazionale si dice "pronto a rispondere" ma non ha quantificato alcuna cifra. Secondo il ministero delle Finanze ucraino, il paese necessiterà di aiuti per 35 miliardi di dollari nel biennio 2014-2015.
In assenza di manovre correttive e di un rapido accordo sul programma di aiuti Ue-Fmi, l'Ucraina rischia una grave crisi di liquidità, anche in vista del piano di ripianamento del debito estero in scadenza nel 2014 (l'Ucraina dovrà affrontare pagamenti per circa 19 miliardi di dlr) a fronte della scarsa disponibilità di valuta forte (a febbraio 2014 le riserve internazionali risultano pari a 17 miliardi di dlr, equivalenti a meno di 3 mesi di importazioni) e del congelamento dell'accordo con la Russia.
A livello strutturale il paese presenta forti squilibri macroeconomici legati ad un ampio deficit nei conti con l'estero (deficit delle partite correnti pari al 7,3% del Pil nel 2013) e nei conti pubblici (deficit del bilancio pubblico pari a -4,1% del Pil nel 2013), nonchè alla scarsità di valuta forte. L'attività economica, inoltre, è stagnante (pil +0,1% nel 2012 e +0,3% nel 2013) principalmente a causa del calo degli investimenti, pubblici e privati, e delle esportazioni.
In questa situazione, la Russia ha il coltello dalla parte del manico: ha congelato il prestito da 15 mld di dlr, potrebbe rivedere il taglio del 30% sul prezzo del gas garantito da Gazprom e reintrodurre i dazi sulle importazioni di merci ucraine in Russia. La Russia è il primo mercato di sbocco ucraino ed eventuali decisioni in tal senso aggraverebbero ulteriormente la condizione economica del paese.
ats