Le bionde e brune di Stabio e Bioggio sono famose nel mondo. Ma in patria si inizia a scoprirle solo ora
LUGANO - Fermentate in fusti o in bottiglia, imbottigliate in birrificio o nella cantina di casa, zero pastorizzazione e zero additivi. Le birre artigianali o fai-da-te spopolano in Ticino: trainate dall'export e dai confederati d'oltre Gottardo, mezze sconosciute in patria. Parola dei produttori.
MERCATO ACERBO - Il made in Ticino (che è poi made in Stabio e Bioggio, dove hanno sede i due principali produttori nostrani) è «apprezzatissimo nei cantoni tedeschi e all’estero, abbiamo ordini dagli Usa alla Finlandia, dal Canada all’Inghilterra» spiega Nicola Beltraminelli del Birrificio ticinese. «Da noi molti stanno scoprendo la passione della birra fatta in casa, peccato che come consumatori i ticinesi siano ancora poco sensibili al locale».
400 MILA LITRI L'ANNO - Se infatti il 50% dei circa 400mila litri prodotti annualmente in Ticino è destinato ai mercati esteri, la metà rimanente è consumata più che altro in Svizzera interna: «le nostre birre sono forse le migliori della Confederazione per qualità, eppure alle fiere del settore i visitatori ticinesi non sono mai più di quattro gatti» lamenta Eric Notari del birrificio di Bioggio. «Qualcosa si muove, i ristoranti iniziano a chiedere birre locali e le vendono bene, la prospettiva per i prossimi anni è di grande crescita anche grazie agli ordini dall’estero. Ma per convincere i ticinesi sarà come per il Merlot: ci sono voluti 30 anni e l’iniziativa degli svizzeri tedeschi perché si affermasse». E sopra il Gottardo il trend è chiaro: i birrifici artigianali elvetici, da un centinaio che erano nel 2000, oggi sono oltre 400. Mentre il consumo di birra da supermercato, la “schweizer lager bier” come la chiama qualcuno, ristagna. Hai voglia fare sconti e prezzi bassi: ora è di moda la qualità. E speriamo che duri.