Apple ha ritoccato al rialzo i prezzi del suo nuovo prodotto. I dubbi dell'associazione dei consumatori: "C'è bisogno di possedere sempre l'ultimo modello?"
LUGANO - Cinquanta franchi di qua, settanta euro di là. La frontiera Svizzera-Italia ancora una volta è scavata nelle tariffe: quelle del nuovo iPhone 5S, in uscita simultanea il 25 ottobre da una parte e dall’altra del confine. In entrambi i paesi i prezzi sono aumentati rispetto al modello precedente: 779 franchi anziché 729 di qua, 729 euro anziché 659 di là.
Un aumento dovuto «al cambio di valuta, alle diverse norme sull’importazione e al diverso regime di tassazione» ci spiegano da Apple Suisse. «Senza dimenticare che si tratta sostanzialmente di un prodotto differente».
Se già l’anno scorso dunque i media italiani riportavano di un «esodo dell’iPhone» verso Svizzera e Francia, cosa succederà ora che la differenza di prezzo tra un negozio di Chiasso e uno di Como è passata da 82 franchi a 118? «Non possiamo farci nulla, il margine è molto ridotto su questo prodotto» spiega il titolare di un rivenditore di Como. «Ma la cosa comunque non ci preoccupa: siamo già sommersi dagli ordini».
A essere preoccupata è piuttosto l’Associazione consumatori della Svizzera italiana: non tanto per i prezzi, «anche se gli aumenti confermano che ancora una volta non si guarda alla qualità del prodotto, che è la stessa ovunque, ma al potere di acquisto dei consumatori» osserva la segretaria generale Laura Regazzoni. «Il vero punto è: la gente ha davvero bisogno di possedere l’ultimo modello sempre e a ogni costo? Il rischio è di produrre una montagna di scarti e rifiuti che, visto il tipo di prodotto, sono anche di difficile smaltimento».