Il Portogallo è sotto stretto controllo della Troika (UE-BCE-FMI) per il prestito da 78 miliardi concesso nel 2011, su richiesta dell'allora governo di sinistra. Entro il prossimo anno deve rientrare nei parametri e le varie misure anticrisi sinora non hanno prodotto significativi miglioramenti.
Un primo piano è stato bocciato dalla Corte costituzionale; il secondo ha prodotto una crisi politica (con le dimissioni di due ministri) risoltasi dopo un mese con un ampio rimpasto.
Per far quadrare i conti il Governo ha deciso una serie di misure impopolari, tra le quali l'aumento dell'età pensionabile, la riduzione del 5% dei dipendenti pubblici (sono oltre 750 mila) e l'aumento da 35 a 40 ore dell'orario settimanale nel settore pubblico, per equipararlo a quello privato.