La soluzione è già presente in diversi centri urbani d'oltre San Gottardo. Ma non manca di suscitare discussione
BERNA - Le antenne di telefonia mobile finiscono nel tombino. Sì, si tratta di una soluzione sviluppata da Swisscom che permette di far fronte soprattutto al crescente traffico dati (raddoppia di anno in anno) nelle aree molto frequentate. Ed è già realtà a Berna, Basilea, Losanna e Zurigo, dove nel corso del 2016 è stata effettuata una prova pilota della tecnologia. Le antenne interrate non sono invece per ora previste sul territorio ticinese, come ci fa sapere il portavoce Mauro Regusci.
Una soluzione più economica - «Sono più economiche e non deturpano il paesaggio urbano» ci spiega dunque Regusci, sottolineando che questo tipo di tecnologia può essere utilizzato unicamente per aumentare la capacità della rete nei centri urbani. In quelle zone, dunque, dove è necessaria la presenza di una quantità maggiore di trasmettitori. Le antenne interrate, che vengono installate nei pozzetti per cavi già esistenti, hanno infatti potenza e portata limitate, ma sono in grado di creare delle cosiddette microcelle. Incidendo però meno sui costi per l’ampliamento della rete. Non è comunque possibile sfruttare tale tecnologia per far fronte a situazioni contrastate dai cittadini, come quella della prevista antenna Swisscom di Sonvico. «L’impianto interrato non è sufficiente per ampliare la copertura effettiva della rete».
Fino a 100 metri di distanza - Questo tipo di antenna emette un segnale sulla frequenza di 2,6 GHz, quella utilizzata dal 4G, e ha una potenza massima di 6W. A circa cinquanta metri di distanza, gli utenti dispongono ancora di una velocità di rete pari a circa 100 Mbits. Ma in determinati casi il segnale risulta ottimale fino a 100 metri di distanza.
Emissioni entro i limiti - Ma se l’antenna finisce sotto terra, bisogna temere un aumento dell’elettrosmog nei centri urbani? Secondo uno studio della It’Is Foundation di Zurigo, i limiti d’emissione sono rispettati anche nel caso che una persona sosti direttamente sopra l’impianto. L’utilizzo di questo tipo di antenne è dunque stato ufficialmente approvato dall’Ufficio federale dell’ambiente.
Non mancano i dubbi - Trattandosi di impianti a bassa emissione, per l’operatore non c’è l’obbligo di indicare sul “tombino” la presenza dell’antenna. Una questione, questa, che oltre San Gottardo non manca di suscitare discussione. Come riferito nei giorni scorsi dal TagesAnzeiger, il presidente dell’associazione Gigaherz Hans-Ulrich Jakob teme in particolare che questo tipo di antenna possa danneggiare per esempio la salute dei bebè. Come? Basta, infatti, che una mamma si fermi con il passeggino proprio sopra l’impianto. Per questo l’associazione parla di un necessario divieto di transito e sosta per passeggini.