In testa agli alcolici preferiti, segna un calo nei consumi. Ed è solo l'inizio (della fine?): colpa dei Millennials, che mandano in crisi anche yogurt e cereali.
LUGANO - Scompariranno le mille scatole di cereali, le bottiglie di birra allineate sopra gli scaffali, le varianti degli yogurt magri dentro al banco frigo. Via anche il golf, le saponette, le filiali delle banche, le borse firmate. Perché è vero che gli anziani porteranno avanti le loro antiche abitudini, in una società che invecchia e che trasforma in questa direzione il volto dell'economia; ma anche i gusti dei Millennials influenzeranno in modo pesante l'industria a venire. Non tanto favorendo nuovi business, come quello di casinò, crociere e negozi di quartiere prediletti da chi è più in là con gli anni, quanto decretando la morte di alcuni settori finora in auge.
L'instabilità finanziaria ha cambiato i gusti - Gusti differenti, condizionati anche dall'instabilità finanziaria dentro cui i Millennials sono cresciuti e da una certa dose di paura che pesa sulle loro scelte. A farne le spese, giurano oggi gli analisti, saranno interi settori. La prima sorpresa: le catene di ristoranti. In America, nomi come Buffalo Wild Wings o Applebee hanno già chiuso diversi punti di ristoro. «I millennial preferiscono cucinare a casa o ordinare a domicilio», ha ammesso Sally Smith, ceo di Buffalo, in una lettera che all'inizio di quest'anno ha inviato agli azionisti. Ma subito dietro c'è, clamorosa, la birra. Non è un caso se a luglio, per esempio, Goldman Sachs ha declassato la Boston Beer Company. Suggestione vuole che i giovani preferiscano il vino o i superalcolici; d'altro canto, che siano molto meno dediti all'alcol di una volta.
Il trend dei microbirrifici - In America, il consumo di birra è sceso dell'1% nel 2017, rispetto al 2016: sembra poco, invece è moltissimo, specie in così breve lasso di tempo. In Svizzera segnali così forti ancora non ci sono: ma lievi sì ed è vero che gli Usa di norma anticipano le tendenze. Per esempio: anche l'anno scorso, sulla carta, non c'è stata partita. Quasi 55 litri di birra a testa, neanche 39 il vino, secondo nella classifica degli alcolici preferiti – e consumati – dagli svizzeri. Una passione che spesso va di pari passo con il business: il numero dei microbirrifici cresce negli anni, come se un hobby, avviato un po' per caso o per curiosità e piacere, non possa che trasformarsi infine un'attività imprenditoriale. Ormai hanno raggiunto quota 570, dato amministrazione federale delle dogane, su 734 birrerie totali.
Un litro in meno a testa - Si apre l'Oktoberfest e i ticinesi accorrono, vestiti di tutto punto; dove non possono, partecipano a feste a tema qui. Eppure, a prendere in esame in modo meno superficiale le cifre, si scopre che forse qualcosa di vero c'è. Che non è mero allarmismo. Pur rimanendo davanti a tutti gli altri, in fondo il consumo inizia a dare segni di cedimento. Quei 54,9 litri pro capite significano ormai uno in meno rispetto al 2015 (55,8). Mentre la produzione cresce, insomma, l'appeal un poco cala.
Addio fazzolettini, meglio i tovaglioli - Perché poi comprare i fazzoletti, quando ci sono i tovagliolini? Un'indagine condotta lo scorso anno lo conferma: all'epoca, solo il 56% degli americani aveva acquistato fazzoletti nei precedenti sei mesi; l'86% i tovaglioli, più efficaci perché utilizzabili per diversi scopi, tanto più da una generazione che mangerà spesso fuori casa. Così la cucina resta pulita: ecco perché anche i cereali andranno in declino. Meglio qualcosa da sgranocchiare lungo la strada o, perché no, uno yogurt da bere.
Il "proteico" spodesta il "light" - A patto che non sia zero. La versione light ha perso l'8,5% in un anno: si preferisce un prodotto naturale, non alterato dall'intervento dell'uomo; oppure - se proprio - si punta sull'alto contenuto proteico, invece del magro. Meglio bio, meglio con meno zucchero possibile.
Ammorbidente, che cos'è? - Il ribasso del sapone si spiega invece con l'ansia per la presenza di germi, di cui è convinto il 60% dei consumatori sotto i 25 anni. Quanto agli ammorbidenti per il bucato, la maggioranza dei Millennials proprio non sa neanche cosa siano.