Cristiano Perli ha da poco dato alle stampe "Katrina", il suo nuovo romanzo. Oggi alle 18.30 lo presenterà presso La Cantina Il Cavaliere di Contone.
BELLINZONA - Classe 1970, è sposato da ventun anni e ha tre figlie. Nella “vita vera” è analista programmatore e contabile federale. Scrive da quasi tre decenni: "La scrittura è una sorta di valvola di sfogo per permettermi di non affondare e tenere vive tutte le sfaccettature del mio carattere", ci dice. “Katrina” (Ed. Quadrifoglio) è il suo quinto romanzo: racconta di una giornalista di successo di base a Zurigo che, dopo la fine della sua storia d’amore, fugge in Ticino, più precisamente ad Ascona… Ma non è soltanto la stupenda località ticinese a rubarle il cuore…
Quando lo incontriamo, Cristiano è un fiume in piena: "Il mio genere? Rosa rock… Una definizione, questa, che è stata coniata appositamente per me da una mia lettrice…", ci spiega. "So che la gente fa fatica ad andare in libreria a prendere un romanzo di Cristiano Perli, e in un certo senso la capisco… C’è diffidenza, non ho un nome famoso e scrivo romanzi rosa…", continua. "Ci tengo però a precisare che le mie sono storie che ti prendono dentro, dove ti innamori dei personaggi, li senti tuoi, li adori o li detesti a dipendenza dei ruoli assegnati… Non sono testi finti e mielosi stile Harmony…. Fosse possibile applicherei anche la formula del “soddisfatti o rimborsati”!".
Cristiano, raccontami la genesi di “Katrina”…
"Nasce sullo slancio di “Una bella storia d’amore”, che apre una collana di cinque romanzi. “Katrina” è il secondo tassello di questo mosaico. Sono tutte storie che s’intrecciano, ma non per questo da considerare dei veri e propri sequel".
Quanto c’è di reale?
"Poco… I miei sono testi di fantasia che traggono però la loro forza dalla realtà di tutti i giorni. Li potrei definire degli spaccati di vita vissuta. Infatti nei miei romanzi leggi storie che sembrano vere, tanto che un lettore (sì… lettore… uomo… strano per un rosa vero?) mi disse: “È surreale quanto sia reale il tuo romanzo!”. Questo commento me lo sono incorniciato sopra la scrivania".
In “Katrina” hai “coinvolto” Zucchero Fornaciari...
"Nei romanzi inserisco sempre i miei artisti preferiti. In “Katrina” è stata la volta di Zucchero che, devo riconoscere, è una persona squisita. Gli consegnai il manoscritto a Locarno con una bella lettera in cui gli spiegavo il perché e il percome dell’operazione, chiedendogli cosa ne pensasse. Figuriamoci se m’immaginavo rispondesse! Eppure, un giorno mi arriva una busta dall’Italia, conteneva un biglietto con un messaggio esplicito di apprezzamento. Era firmato proprio da lui..."
Quali gli altri musicisti/cantautori omaggiati nelle tue opere precedenti? Perché?
"Vasco Rossi in “Una bella storia d’amore”, purtroppo non disponibile come Sugar, e i Litfiba in “Amore stregato”, con i quali invece si è innescato un bellissimo contatto. Sul perché, appunto, è un omaggio. Loro mi hanno dato moltissimo con la musica. Nel mio piccolo spero di poter ricambiare un pochino il favore. Per la cronaca, adesso sono a caccia della Nannini, in vista della prossima opera che uscirà nel 2015".
Scrivi da quasi trent’anni… Per quanto tempo hai tentato di trasformare la tua passione in professione?
"Per quanto tempo? Per una frazione di secondo… Ti ricordo che sono contabile e i conti li so fare. Di sola scrittura nel nostro mondo non si campa… Se poi ti chiami Cristiano Perli…"
Ancora oggi il sogno è comunque sempre lì, fermo nel cassetto?
"A dirti la verità, mi vedo un giorno su una terrazza affacciata sull’oceano delle Canarie alle prese con un nuovo romanzo mentre bevo un cocktail con la mia amata, nonché bellissima moglie… Ma penso che rimarrà un’utopia…"
Sei riuscito a trasmettere la passione per la scrittura alle tue figlie?
"Posso non rispondere? Scherzo… Comunque mia figlia maggiore mi ha regalato l'immagine di copertina in “Katrina”. È lei infatti il volto della protagonista e, da buona figlia, ogni volta non perde tempo per chiedermi quando le rimunero i diritti…"
Infos: perli.ch