Fischer: “Al primo tiro in porta prendiamo gol e regaliamo penalità assurde”

L’head coach del Lugano non si nasconde e ha analizzato il momento della sua squadra e gli errori dei singoli reparti. “Martensson? Diamogli tempo!”
LUGANO - Qualche mugugno di troppo, qualche errore difensivo e di testa da evitare, troppe reti subite e una cronica difficoltà nel trovare la via del gol: ci si aspettava molto di più dall’avvio stagionale del Lugano, ma sotto le volte della Resega c’è voglia di reagire e di tornare a rialzare la testa. Il primo a voler prendere “il toro per le corna” è Patrick Fischer che, lucidamente e senza peli sulla lingua, ha provato ad analizzare l’inizio stentato della sua truppa.
“Partiamo da un presupposto: abbiamo incassato 12 gol in tre partite, ovvero 4 di media a match. Dobbiamo assolutamente reagire e dimezzare questo bottino a partire da venerdì - ha esordito - È anche vero che spesso incassiamo reti al primo tiro in porta, senza concedere delle vere e proprie ripartenze: non sono quindi solo gli attaccanti o i difensori a non fare filtro, ma anche i portieri devono iniziare a rispondere “presente””.
Due partite in casa, due volte in vantaggio nei primi minuti e… due sconfitte. Cosa succede? “È esattamente quello che dicevo prima: partiamo bene, troviamo il vantaggio, andiamo vicini al raddoppio poi prendiamo due tiri e subiamo due reti. Tutto ciò fa male al morale… martedì siamo stati bravi a reagire e a portare a casa un punto meritato, ma dobbiamo assolutamente migliorare”, ha continuato.
Se Pettersson, Klasen e Filppula sembrano aver trovato già un buon feeling col ritmo partita, Tony Martensson sta dando l’impressione di incontrare qualche difficoltà di troppo. I detrattori dello svedese, nel frattempo, sono già usciti allo scoperto… “Il primo anno di un nuovo straniero è sempre complicato, dobbiamo dargli tempo… anche lui sa che deve migliorare su diversi aspetti. Deve trovare un suo equilibrio anche interno, ma onestamente… è troppo presto per puntare il dito contro un singolo in particolare”, ha spiegato.
Altro elemento che risalta subito all’occhio dopo le prime tre partite è quello relativo alle reti realizzate: 9! Un bottino tutto sommato buono, anche se i tre sigilli di Pettersson, i tre di Brunner e le firme di Klasen e Hofmann, fanno capire che ancora una volta sono i primi due blocchi a portarsi il peso della squadra sulle spalle… “Teniamo conto che ci mancano Sannitz e Reuille che possono dare una mano importante in fase realizzativa, ma non possiamo negare che la terza e la quarta linea debbano sbloccarsi. Contro il Davos, una partita piacevole e giocata anche a buon ritmo, abbiamo creato diverse occasioni anche con queste linee ma alla fine le reti non sono arrivate… resto convinto del fatto che non dipenderemo solo dai primi due blocchi! L’aspetto che più mi preoccupa, invece, è relativo alle reti subite: il quarto blocco ne ha incassate ben cinque in tre partite! Esageratamente troppo!”.
Nonostante le sirene d’allarme che sono già scattate in seno al club bianconero, Fischer può sorridere per l’atteggiamento mostrato in pista dal giovane Morini. “Lui è un ragazzo incredibile, gioca con grande coraggio, con la testa e sa sempre cosa sia giusto fare in un determinato contesto. Nonostante la giovane età ragiona come un veterano e so che posso fidarmi di lui in qualsiasi momento”, ha commentato Fischer che ha poi chiosato definendo quale dovrà essere la medicina giusta per il suo Lugano: “Giocare con lucidità e intensità, evitando alcune penalità stupide che poi possono fregarti nei momenti decisivi… il Davos, all’overtime, non ci ha perdonato”.



