Il rapporto d'inchiesta delle autorità italiane predilige la pista dell'atto vandalico o del furto
BERNA - L'incendio scoppiato nel giugno dell'anno scorso nella galleria ferroviaria del Sempione è stato provocato da un atto di vandalismo o da un furto. Questa la conclusione contenuta nel rapporto d'inchiesta delle autorità italiane, di cui ha riferito ieri la "NZZ am Sonntag".
La causa diretta del rogo è il telone di un semirimorchio che svolazzava, toccando a più riprese la linea di contatto, rileva la perizia allestita dall'Istituto forense di Zurigo per conto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti italiano. Si è così formato un arco elettrico provocato da un cortocircuito, che ha infiammato il telone. Quest'ultimo si è però potuto staccare solo perché le ante del portellone posteriore erano aperte.
L'apertura dev'essere stata causata dall'azione illecita di uno sconosciuto. Un altro indizio di un'azione illecita è il taglio riscontrato sul telone di uno dei cinque semirimorchi recuperati intatti. Non è tuttavia possibile stabilire la località in cui ciò è avvenuto. È comunque da escludere come causa dell'incendio una chiusura non ottimale del portellone dovuta a negligenza.
Il ministero reagisce alle conclusioni del rapporto con una serie di raccomandazioni: i convogli vanno controllati meglio prima della partenza e anche durante soste prolungate e bisogna potenziare l'impianto di controllo treni sulla tratta in questione.
L'incendio si era verificato il 9 giugno 2011 su suolo italiano. Nessuno era rimasto ferito, ma i danni materiali erano stati ingenti. Il tratto di galleria interessato era rimasto chiuso per oltre cinque mesi. Durante i lavori di riparazione soltanto i treni merci erano autorizzati a circolare nel tratto danneggiato, ad una velocità limitata a 80 km/h.
Ats