Il Consiglio federale non vuole assumersi una responsabilità che cade sulle spalle delle società interessate
BERNA - Il Consiglio federale non vuole un fondo pubblico per risarcire le vittime dell'amianto. Per l'esecutivo lo Stato non deve assumersi una responsabilità che cade sulle spalle delle società interessate. Preferisce concentrarsi sulla proroga del termine di prescrizione e prendere in considerazione la creazione di una tavola rotonda.
La proposta di istituire un fondo, che permetta un risarcimento completo delle vittime dell'amianto che non hanno potuto ottenere un indennizzo o l'hanno ottenuto sono il modo parziale, è stata formulata dalla Commissione giuridica del Nazionale. L'Unione sindacale svizzera (USS) appoggia tale progetto, ma la destra economica (PLR e UDC) la respinge.
Nella sua risposta pubblicata oggi, il governo afferma di essere consapevole delle difficoltà incontrate dalle vittime dell'amianto e delle loro famiglie. Tuttavia, il loro risarcimento è una questione che riguarda i datori di lavoro e le loro assicurazioni. La creazione di un fondo pubblico trasferirebbe questa responsabilità allo Stato. Inoltre, la mozione della commissione non si esprime in merito al finanziamento.
Per consentire alle vittime dell'amianto di far valere i loro diritti, il governo propone di aumentare da 10 a 30 anni il termine di prescrizione assoluto per i casi di lesioni personali. Il Consiglio nazionale ha però respinto tale ipotesi, limitando l'estensione a 20 anni.
Il lasso di tempo è tuttavia in entrambi i casi insufficiente, fa notare la commissione. Il mesotelioma maligno della pleura o del peritoneo si manifesta in media 35 anni dopo l'esposizione all'amianto. Un altro problema è che la società responsabile potrebbe nel frattempo essere fallita.
Il Consiglio federale ritiene che tale lacuna possa essere colmata nel quadro della revisione in corso della legge che permetterebbe alle vittime e alle loro famiglie di presentare una richiesta di risarcimento ad un giudice. La Svizzera risponderebbe così a una ingiunzione della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Il governo fa anche notare che la stragrande maggioranza delle vittime dell'amianto è assicurata presso la Suva. La maggior parte ha quindi diritto a un risarcimento, anche se le pretese in sede civile sono prescritte. L'esecutivo sta inoltre studiando la creazione di una tavola rotonda tra le varie parti interessate per trovare le risposte adeguate sul come aiutare le vittime dell'amianto e le loro famiglie.
Ats