FIRENZE - Promosso in collaborazione con "Coscienza Svizzera" e con la Società Dante Alighieri, si terrà lunedì e martedì a Firenze un convegno dell'Accademia della Crusca dal titolo "La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi". Tra i relatori anche i ticinesi Remigio Ratti e Alessio Petralli.
Possiamo o non possiamo dirlo in italiano? Uno degli obiettivi principali dell'Accademia della Crusca è restituire "agli italiani la piena fiducia nella loro lingua in tutti gli usi, compresi quelli scientifici e commerciali, senza combattere battaglie di retroguardia contro l'inglese e consapevoli che il lessico è di per sé la parte più sensibile al mutamento e alle innovazioni di ogni lingua".
La possibilità di 'fermarè l'inutile ricorso alle parole inglesi sarà al centro del convegno di studi. Al termine, in una riunione specifica, si discuterà della possibilità di creare un "Gruppo per il monitoraggio dei neologismi incipienti", per una valutazione delle parole nuove "allo stato nascente".
Il convegno - spiega una nota dell'Accademia presieduta dal linguista Claudio Marazzini - cercherà di fare il punto sulla diffusione dei neologismi e soprattutto degli anglicismi, anche in riferimento alla situazione degli altri paesi europei di lingua romanza. "Ci si chiederà se la reazione delle diverse lingue di fronte al forestierismo sia analoga, o se ci siano differenze da nazione a nazione, da idioma a idioma", spiegano alla Crusca.
Lunedì il convegno si aprirà nella Villa medicea di Castello, sede dell'Accademia della Crusca, con i saluti di Claudio Marazzini (presidente dell'Accademia della Crusca) e di Remigio Ratti (presidente di Coscienza Svizzera) e proseguirà con le relazioni di Alessio Petralli (Coscienza Svizzera) "La neologia nell'epoca delle globalizzazioni". Nella giornata di martedì, tra gli altri relatori figura anche Jean-Luc Egger, della Cancelleria federale.
Ats Ans