Il 19enne dovrà trovare soluzioni pratiche con i suoi superiori. «Voglio difendere i miei concittadini in caso di aggressione», spiega
SION - Nel gennaio di quest’anno, la storia del 19enne vallesano Antoni Da Campo aveva fatto il giro dei media svizzeri. Sentito all’epoca da 24 Heures, il giovane si era opposto alla decisione dell’esercito di dichiararlo inadatto al servizio militare perché vegano.
In un comunicato che lui stesso ha diffuso oggi, Da Campo annuncia ora che i due ricorsi che ha depositato hanno finalmente portato i loro frutti e, sollecitato dal Tribunale amministrativo federale, l’esercito è tornato sui suoi passi.
Da noi contattato, l’esercito non conferma ma nemmeno smentisce tale informazione per ragioni di protezione dei dati.
In servizio nel 2018
Antoni Da Campo dovrebbe così fare la scuola reclute nel 2018 come esploratore. Il suo percorso a ostacoli per diventare un militare, però, è lungi dall’essere terminato. Insieme ai suoi superiori dovrà trovare infatti delle soluzioni per la sua alimentazione e l’abbigliamento (in quanto vegano è infatti contrario, per esempio, all’utilizzo della pelle). «Forse dovrò portarmi il cibo da casa ─ spiega ─. Quanto al vestiario, spero che i servizi di logistica dell’esercito abbiano delle soluzioni da propormi».
Nel corso della sua battaglia, Da Campo ha spiegato senza sosta di essere contrario allo specismo, ovvero «il disprezzo della vita e degli interessi degli animali unicamente sulla base del fatto che appartengono a un’altra specie». In particolare, il 19enne ritiene che le convinzioni filosofiche che lo spingono a non infliggere violenza a degli esseri sensibili solo per soddisfare le proprie abitudini alimentari o d’abbigliamento rientri nel campo della libertà di coscienza sancita dall’articolo 15 della Costituzione federale e dall’articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
«Voglio difendere la democrazia e i miei concittadini in caso di aggressione»
«I vegani sono sempre più numerosi e sono contento nel vedere che l’esercito, come tutte le istituzioni pubbliche, inizia ad adattarsi a questa realtà. I vegani devono beneficiare degli stessi diritti e doveri degli altri cittadini non essere obbligati a pagare una tassa perché si rifiutano di mettere degli scarponi per fabbricare i quali sono stati uccisi degli animali», commenta Da Campo soddisfatto.
A tutti quelli che non capiscono perché abbia il desiderio di fare il militare quando non vuole nemmeno portare degli scarponi per rispetto degli animali il 19enne risponde: «Ritengo che uccidere degli animali per delle pratiche non necessarie agli uomini sia ingiusto e debba essere vietato. Tuttavia, difendere la democrazia e i miei concittadini in caso di aggressione da parte di un altro Paese mi sembra perfettamente legittimo». E conclude: «Questa soluzione è un piccolo passo per tutti i vegani, ma un grande passo per la causa animalista».