La nuova istituzione è stata creata in marzo. La sua missione: salvare il patrimonio culturale dei paesi in guerra
GINEVRA - La distruzione parziale del sito archeologico siriano di Palmyra da parte dell’Isis, nel 2015, aveva provocato l’indignazione della comunità internazionale. La brutale aggressione e la violenza utilizzata contro questo patrimonio artistico antico ha ricordato al mondo che nei conflitti armati viene minacciata anche la cultura.
L’Unesco, agenzia specializzata dell’Onu che si occupa di cultura, aveva tentato invano di istituire un programma di salvaguardia. Ma nel marzo scorso finalmente qualcosa si è mosso, ed è stato creato un ufficio apposito. Promossa inizialmente dalla Francia e dagli Emirati arabi uniti, l’Alleanza internazionale per la protezione del patrimonio nelle zone di conflitti (Aliph) sorgerà a Ginevra, come ha annunciato oggi la Tribune. Si tratterà di una sorta di Onu dedicata alle opere d’arte, e l’intento è quello di raccogliere almeno 100 milioni di dollari.
Presidente dell’Aliph ed ex ministro francese della cultura, Jack Lang ha raccontato al quotidiano che la priorità sarà quella di realizzare inventari precisi dei beni in pericolo o già danneggiati. «Aiuteremo anche a catalogare e numerare i pezzi rari per contribuire alla lotta contro il traffico dei beni culturali costituendo una banca dati. Sosterremo finanziariamente e creeremo una rete di rifugi nelle stesse nazioni e, se necessario, in paesi terzi, con l’accordo del paese d’origine. Saranno la Francia, la Svizzera e la Cina a prestarsi come “nazione rifugio” per il patrimonio artistico.