Il Governo la ritiene indispensabile per proteggere i minori contro la violenza sessuale, le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate
BERNA - Il Consiglio federale è contrario all'iniziativa popolare "Protezione dalla sessualizzazione nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare". L'educazione sessuale alla fine delle elementari è indispensabile per proteggere i minori contro la violenza sessuale, le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate, indica il messaggio trasmesso oggi al Parlamento. Il governo inoltre non vuole interferire nella competenza cantonale in materia scolastica.
La proposta di modifica costituzionale vuole impedire che venga impartita qualsiasi educazione sessuale ai bambini di età inferiore ai 9 anni. Stando al comitato promotore, costituito in gran parte di parlamentari dell'UDC, la scuola materna dovrebbe fornire al massimo un corso destinato alla prevenzione degli abusi.
A partire dai 9 anni possono invece essere impartite lezioni facoltative di educazione sessuale. Corsi obbligatori sulla sessualità dovrebbero essere invece riservati soltanto a ragazzi di 12 anni e più nell'ambito delle lezioni di biologia, destinate alla "trasmissione di conoscenze sulla riproduzione e lo sviluppo umani".
L'educazione sessuale è una competenza dei genitori, sostengono i promotori, per cui la sessualità fa parte del fulcro della libertà personale. L'educazione sessuale obbligatoria sconfina nella libertà del singolo, specie del bambino, soggetto che gode di una protezione particolare come indica la Costituzione federale.
Stando al comitato, che ha depositato 110'040 firme valide alla fine del 2013, l'iniziativa intende contrastare i piani dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) il quale, con il pretesto di scongiurare la diffusione dell'Aids, vuole introdurre di soppiatto l'educazione sessuale obbligatoria già all'asilo.
Il Consiglio federale giudica eccessivi i timori che soggiaciono all'iniziativa e fa notare che le sue richieste combaciano con quanto avviene nella realtà. "Nella scuola dell'infanzia e sino alla fine della scuola primaria attualmente non viene impartita nessuna lezione di educazione sessuale propriamente detta. L'educazione sessuale dei bambini e degli adolescenti è un compito che spetta innanzitutto ai genitori e questo principio rimarrà indiscusso anche in futuro", indica una nota del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR).
Il governo, che aveva già espresso la sua posizione di principio in aprile, considera però misure preventive a scuola indispensabili per proteggere i minori contro la violenza sessuale, le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate. Il divieto generale di impartire un insegnamento dell'educazione sessuale obbligatorio non sarebbe compatibile con il diritto dei bambini e degli adolescenti di ricevere una tutela speciale della propria incolumità. Comprometterebbe inoltre le pari opportunità degli allievi.
Nel sistema federale elvetico sono i Cantoni e i Comuni ad essere competenti per l'organizzazione della scuola dell'obbligo, rileva inoltre l'esecutivo, sottolineando la sua fiducia in questa istituzione. La scuola "svolge i suoi compiti con la consapevolezza dei limiti del suo mandato, in assoluta trasparenza e collaborando a stretto contatto con la famiglia nel tema delicato della sessualità", scrive il governo.
Tra i fautori dell'iniziativa figurano vari deputati federali, tra cui la consigliera nazionale ticinese Roberta Pantani (Lega). Quale promotore vi è anche il banchiere privato ticinese Michele Moor (ex candidato PPD al Consiglio nazionale nel 2007 e ora presidente dell'UDC di Lugano). Al comitato apartitico si è unito un gruppo di genitori basilesi che si oppone all'utilizzazione a scuola di organi sessuali in peluche quali strumenti pedagogici.
Lo stesso testo era già stato depositato una volta, ma la raccolta delle firme era subito stata interrotta a causa del passato pedofilo di uno dei membri del comitato. Tre giorni dopo il lancio dell'iniziativa nell'aprile 2012, i promotori avevano scoperto che l'uomo era stato condannato negli anni Novanta per atti sessuali su minori. Su richiesta degli altri membri, aveva immediatamente abbandonato il comitato.
Ats