C’è chi dice: "un giorno o l’altro mollo tutto e parto" e chi, invece, lo fa.
AVEGNO - Una quindicina di anni fa ha piantato il seme della musicoterapia in Ticino e ora che la pianta è germogliata e i suoi figli, quelli in carne e ossa, sono cresciuti non ha più motivo di aspettare: Jacques Giunta educatore sociale e musicoterapeuta ha chiuso le porte del suo atelier e, venduto tutto, si è preso un biglietto di solo andata per Bangkok. La prima destinazione è l’unica certezza che il 54enne di Avegno ha, il resto è tutto, volutamente un’incognita.
Come si arriva a mollare tutto e partire?
“Potevo andare avanti fino alla pensione ma dopo 15 anni di attività indipendente era venuto il momento di partire. Non è un fuggire, non è un andare via sbattendo la porta; è una forma di ricerca, un modo mio di rimettermi completamente in gioco di fronte alla libertà assoluta. Sarà la vita a dirmi cosa mi serva. L’’idea è di mettermi in cammino e, connesso con la vita, vedere cosa succede. È fondamentalmente un viaggio nell’essere.
L’esperienza Jacques l’aveva già fatta all’età di 26 anni ma per sua stessa ammissione, viaggiare così giovani è tutta un’altra cosa “Ero partito della serie: me ne vado per sempre! Avevo aperto un bar su un’isola in Brasile ma l’avventura è durata poco più di un anno. Viaggiare a 26 anni è un’altra cosa, allora mi mancavano molti tasselli che invece adesso ho. sarà molto diverso”.
Come ti senti all’idea?
Adesso di sicuro un po’ sottosopra, insomma il 27 gennaio si avvicina. La porta d’entrata è Bangkok dove mi fermerò un paio di settimane a riposare.
Lasciare tutto infatti non è poi così semplice a maggior ragione quando si può considerarsi i pionieri della musicoterapia in Ticino “lavoravo a contatto con diverse istituzioni e ho dovuto trovare dei successori, un lavoro di preparazione non da poco già lì. Poi c’è stata la casa, per non parlare dell’aspetto burocratico, l’amministrazione non sa esattamente dove collocare una persona che come me parte senza lasciare un domicilio…
Chiudere l’Atelier del ritmo non deve essere stato facile “Era la mia creatura, sono stato un pioniere in Ticino e chiaramente non è stato facile. Lasciando sono venute fuori delle ottime risonanze, dal personale certo ma anche da parte degli utenti. È stato un successo e un motivo di orgoglio: ogni istituto ha trovato un sostituto e continuerà con la musicoterapia, insomma ho aperto un varco…
Cosa non ti mancherà del Ticino? Del Ticino sono un po’ saturo, dal punto di vista della vita socioculturale qui le scarpe sono troppo strette, il mio bisogno di viaggio va anche in questa direzione soddisfare un bisogno di un contatto umano diverso.
Cosa ti mancherà?
"Sicuramente la geografia, gli ambienti, le montagne, i fiumi"
C’è la possibilità che non tornerai?
"È possibile sì. Sì. Parto con un biglietto di sola andata e l’idea è prendermi tutti i momenti di cui ho bisogno per ritrovare il mio centro, può essere che vado in monastero, può essere che mi farò il Vietnam in bicicletta oppure raggiungerò la vetta dell’Himalaya, sarà la vita a dirmelo".
“Iniziare un nuovo cammino spaventa, ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi”. "Questa è la frase che hai lasciato al posto del tuo sito. Cosa c’è di pericoloso nello stare fermi? Siamo in una fase di grandi trasformazioni, si creano situazioni che ci fanno sentire delle cose dentro ed è importante ascoltarle, mettersi in movimento. L’importante è fare il primo passo; superare la paura del salto nel vuoto è fondamentale anche perché una volta fatto il primo passo poi…poi vai!"