La procura di Monza ha chiesto, tramite rogatoria, il congelamento delle apparecchiature di una ditta di Bioggio nell'ambito di una procedura fallimentare. L'accordo con le autorità elvetiche salva per ora i posti di lavoro
BIOGGIO - I macchinari sono sotto sequestro, ma l'azienda resta in attività. La Procura di Monza ha inviato nei giorni scorsi, tramite rogatoria internazionale, una richiesta di congelamento delle apparecchiature di proprietà di un'azienda di Bioggio nell'ambito di una procedura fallimentare.
Si tratta della IMU Dies SA, costituita nel 2010, si occupa di "produrre, rigenerare utensili in acciaio ad alta precisione, nella fattispecie pettini, filettatori atti alla rullatura di fletti di viteria e bulloneria di precisione". Come riferitoci dal Ministero pubblico ticinese, si è proceduto alla messa sotto sequestro dei macchinari come da richiesta italiana. Ma questi restano a disposizione della società elvetica, ai fini del mantenimento e della salvaguardia della produzione. L'accordo tra le parti in causa è stato raggiunto per garantire, appunto, il normale proseguimento dell'attività della IMU Dies, coinvolta nella vicenda unicamente a livello dell'amministratore unico.
La vicenda - Il protagonista della vicenda è un imprenditore 53enne, italiano ma domiciliato nel Luganese, che è stato indagato con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Come riportava il Giorno di Monza, gli inquirenti ritengono che l'uomo abbia ceduto i macchinari dell'impresa di cui era socio accomandatario - l''Industria Meccanica Utensili di Paderno Dugnano, fallita nel dicembre 2012 - alla società con sede in Strada Regina nel comune alle porte di Lugano. L'importo della transazione sarebbe stato nettamente inferiore al valore effettivo: 700mila euro contro una stima di almeno 2 milioni.
La Procura monzese sospetta inoltre che il 53enne abbia distratto una parte rilevante delle quote di società immobiliari a lui intestate. Operazioni, scrive il quotidiano, che sarebbero state messe in atto per preservare il patrimonio, a vantaggio dei suoi familiari e a danno dei creditori del fallimento. La ditta di Bioggio continuerà ad operare come sempre, e il suo destino verrà deciso solo al termine dell'iter giuridico e del futuro processo. Salvo sorprese, e tenendo conto dei tempi della giustizia italiana, non dovrebbe trattarsi di un lasso di tempo troppo breve.