L'iniziativa per salari equi ha raggiunto il 49% di favorevoli nel nostro Cantone. Lurati soddisfatto: "Incoraggiamento per lottare contro l’amnistia e a favore del salario minimo a 4.000 franchi"
BELLINZONA - L'iniziativa 1:12 è stata sonoramente sconfitta. "Troppo intensa e martellante è stata la campagna degli oppositori, che non hanno esitato a proporre argomenti pretestuosi, prospettando agli elettori e alle elettrici conseguenze inverosimili e mettendo in campo tutta la forza, anche economica, che il grande capitale sa trovare quando vuole fare propaganda - commenta il Partito Socialista Ticinese nella nota diramata domenica pomeriggio".
Ha prevalso il timore della fuga delle multinazionali, del calo del gettito per l'erario, di un impoverimento generale dell'economia svizzera. Per i socialisti ticinesi, in tutti i casi, "la questione dei salari sproporzionati rimane attuale", ed è una problematica "reale e riconosciuta dagli stessi oppositori della "1:12", che - puntualizza il PST - non sono stati in grado di proporre alcuna soluzione diversa.
In Ticino, tuttavia, la vittoria dei contrari è stata risicata. Soltanto il 51% degli elettori rosso-blù ha votato "No". Una vittoria sfiorata se si considera il fatto che a livello confederale il No ha raggiunto il 65,3%.
"Il Ticino ha avuto una sensibilità maggiore a questa problematica - ha osservato il presidente del partito socialista ticinese Saverio Lurati - i ticinesi sono preoccupati di questa situazione che, bisogna ricordarlo, tocca più o meno il 2% delle persone. A livello internazionale questo risultato è poco onorevole per la Svizzera. Un risultato svizzero conseguenza di una campagna fatta a suon di milioni messi a disposizione da EconomieSuisse. Da noi, invece, il risultato è stato diverso. C'è una sensibilità diversa, questo perché, rispetto ad altre parti della Svizzera, ci sono salari da fame. Per noi questo è un riconoscimento del lavoro che stiamo facendo e un incentivo a lavorare ancora più a fondo per le prossime questioni, a partire dall'amnistia fiscale per finire al salario minimo di 4.000 franchi".
Il PS è da solo nel combattere contro l'amnistia cantonale, anche se - aggiunge Lurati "ci sono una serie di prese di posizione e di elogi di tutta una serie di persone che non sono socialiste che ritengono uno schiaffo morale questa amnistia così come è stata proposta".
"In Ticino è sentita la questione salariale, sì - conclude Lurati - ma è anche sentita la questione dell'equità, che assume una valenza morale che travalica il confine dei partiti".