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MENDRISIOAntenne per telefonia: "Zali si impegni come per i parcheggi"

04.09.14 - 09:59
Dopo Coldrerio e Sonvico anche da Mendrisio si chiede al Dipartimento del Territorio di chinarsi sul tema
Ti-Press (archivio)
Antenne per telefonia: "Zali si impegni come per i parcheggi"
Dopo Coldrerio e Sonvico anche da Mendrisio si chiede al Dipartimento del Territorio di chinarsi sul tema

MENDRISIO - Prima Dino, poi Coldrerio, quindi Sonvico ed ora Mendrisio. La proliferazione di antenne per telefonia mobile preoccupa una parte della popolazione.

L'ennesima lettera al direttore del Dipartimento del Territorio arriva dalla sezione dei Verdi di Mendrisio: "Abbiamo notato che da alcuni anni non vi è più alcun tipo di pianificazione o di controllo da parte del Cantone".

I Verdi fanno notare a Zali che, malgrado nel sito del Suo Dipartimento, nella rubrica Documentazione, si rimandi alla pubblicazione dipartimentale del febbraio 2009 Antenne e territorio, coordinazione e sviluppo, nella quale si può leggere: "per salvaguardare la salute della popolazione, la natura e il paesaggio, il Dipartimento del territorio e gli operatori hanno sottoscritto un accordo di coordinamento e di cooperazione atto a favorire uno sviluppo sostenibile del territorio. L'intesa, che coinvolge tutti i servizi cantonali competenti, limita la libertà di installare ovunque antenne, e garantisce alle concessionarie un supporto attivo da parte dello Stato nei confronti dei Comuni e delle associazioni", lo scorso 5 novembre 2013 è apparsa sul Foglio Ufficiale cantonale la modifica dell’art. 5 del Regolamento di applicazione dell’Ordinanza federale sulla protezione da radiazioni non ionizzanti (RORNI), che ha "stravolto l'articolo in questione togliendo i due capoversi essenziali presenti fino allora e citati dalla pubblicazione sopra citata".

Una modifica, questa, che per i Verdi è vista come "deleteria", anche alla luce della classificazione dell'OMS che definisce le onde elettromagnetiche in classe 2B "potenzialmente cancerogene". I Verdi citano pure l'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro che ha definito i succitati campi elettromagnetici "cancerogeni per l’uomo"; e alcuni studi che avrebbero appurato scientificamente la tossicità delle radiazioni non ionizzanti emesse dagli impianti di telefonia mobile.

A Zali viene chiesto quindi di intervenire sul tema in questione, con "la medesima determinazione che sta dimostrando nel cercare di risolvere il problema dei posteggi illegali".

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