Lauriane Sallin in uno spot dell’ufficio prevenzione infortuni sembra non sapere ciò che dice. Diverse proteste. Il linguista: «Vergognoso». E intanto la reginetta si scusa con eleganza
LUGANO/ BERNA - Povera Miss Svizzera, messa alla berlina da uno spot video dell’ufficio prevenzione infortuni (upi). La romanda Lauriane Sallin, reginetta in carica, è protagonista della campagna “See You - Fatti vedere”, lanciata per incentivare l’uso di accessori catarifrangenti nell’oscurità. Ma nella versione italofona la 23enne sembra non sapere ciò che sta dicendo. Diverse le segnalazioni giunte alla sezione dell’upi della Svizzera italiana. «È così, sono amareggiato», ammette il portavoce Bruno Bernasconi. Intanto, anche il linguista Alessio Petralli non nasconde il suo sconcerto: «È vergognoso».
Leggendo il gobbo - L’italiano preso a calci in un video nazionale, visibile in particolare sul sito della campagna e pagato in parte con i soldi dei contribuenti. Lauriane Sallin è tutt’altro che una ragazza stupida. Studia francese e storia dell’arte all’università. Però non sa l’italiano. E si sente. «Nello spot – sostiene Petralli – si vede che la ragazza sta leggendo un gobbo. Ma possibile che sul set di uno spot nazionale non ci fosse nessuno in grado di correggerla? Di dirle che “circolazione” non si dice “sirculazione"? Di spiegarle dove mettere l’accento quando pronuncia la parola “vedere”? La giovane non ha colpe. Ma gli autori della pubblicità sì. E grosse».
Una montagna di lamentele - Bernasconi non si nasconde. Anzi. «Ho già avvisato la nostra sede centrale di Berna. Spiegando che la gente italofona non sta prendendo bene la cosa. Comprensibilmente. Io stesso non so bene come comportarmi di fronte a queste critiche».
Il minimo sforzo - Il dibattito sulla valorizzazione dell’italiano in Svizzera è in corso ormai da anni. Eppure con una certa regolarità emergono casi del genere. Petralli è preoccupato. «Sui set si rifanno le scene mille volte. Costava tanto fare riformulare queste frasi a Miss Svizzera? Si sarebbe perso qualche minuto in più, ma almeno avremmo avuto un risultato accettabile. Questo spot non solo ridicolizza l’italiano, ma mette in ombra l’importante operazione di sensibilizzazione alla base di questa campagna».
Percezione negativa - Il linguista va oltre. E rincara la dose: «Sembra quasi che gli autori abbiano deciso di fare la versione italofona solo perché erano obbligati a farlo, magari dalle convenzioni dettate dalla Confederazione. È normale che gli abitanti della Svizzera italiana, vedendo spot del genere, si sentano sempre più emarginati, legati all’ultima ruota del carro. Mi spiace, ma questa è un’operazione che fa male al plurilinguismo».
La voce della protagonista - Ma cosa ne pensa la protagonista di questo disguido? «Io ci ho provato a parlare bene – sospira Lauriane Sallin –. Il problema è che, non essendo la mia lingua madre, ho qualche limite. Ho studiato latino e questo mi serve per cercare di destreggiarmi. Sono una che si butta comunque. Ovunque io vada, tento sempre di parlare la lingua del posto. La lingua italiana mi piace. È melodica. E adoro anche il Ticino. La polenta, le castagne. Quando sento parlare italiano penso al caldo, al sole. È un idioma che mi trasmette calore. Cari abitanti della Svizzera italiana, mi scuso. La prossima volta farò meglio».