Il Ticino riscopre un villaggio medievale. A spopolarlo potrebbe essere stata la peste narrata dal Manzoni. Il video con Pierluigi Piccaluga, uno degli artefici del recupero
BELLINZONA – Era rimasto prigioniero della vegetazione per secoli. Storia di Prada, antico villaggio medievale sulle colline di Bellinzona. Un tesoro nascosto, tornato alla luce grazie all’iniziativa di alcuni Patriziati (in particolare quello di Ravecchia) e della Fondazione Prada. Da qualche settimana sono terminati i lavori di esbosco. Ora si valuta come recuperare alcuni edifici diroccati. «Era un luogo abitato tutto l’anno – dice Pierluigi Piccaluga, vicepresidente della Fondazione Prada – dalle tracce storiche sappiamo che il 9 dicembre del 1583 San Carlo Borromeo visitò Prada. E vi trovò una quarantina di famiglie. L’equivalente di circa duecento persone. Tante, se si pensa che all’epoca Bellinzona ne contava 1'200».
Viaggio alle origini – Un villaggio che suscita emozioni forti, situato a 580 metri di altitudine e raggiungibile solo a piedi. La prima notizia attendibile inerente Prada risale al 1381. Piccaluga, che su questa realtà ha scritto anche un libro, è chiaro: «Riscoprire un simile nucleo significa capire da dove proveniamo, fare un viaggio alle origini. A Prada abitavano borghigiani che cercavano di sfruttare al massimo gli appezzamenti di terreno circostanti. Oggi vedete solo boschi, ma all’epoca qui si coltivavano miglio, segale. Senza contare la vite. C’erano vigneti fino a poche decine di metri da Prada. La gente viveva anche di pastorizia e della coltura del castagno».
Lazzaretto – Da anni Piccaluga studia la storia di Prada. A cui è legata una leggenda mai verificata. «Riguarda lo spopolamento del villaggio. Analizzando vari documenti e registri, si capisce che deve essere successo qualcosa di grave e di repentino tra il 1630 e il 1640. Secondo alcuni racconti popolari, il villaggio venne trasformato in una sorta di lazzaretto in occasione della peste tra il 1629 e il 1630. La stessa peste citata nei “Promessi Sposi” da Alessandro Manzoni. Probabilmente a portare allo spopolamento di Prada hanno contribuito diverse concause, tra cui la volontà di scendere sul piano per questioni di comodità».
La chiesetta – Fino a oggi Prada era conosciuta dagli abitanti del Bellinzonese soprattutto per la sua chiesetta, dedicata ai Santi Girolamo e Rocco. «Si tratta di un edificio restaurato nei secoli seguenti lo spopolamento, usando i sassi delle case disabitate. Il campanile, ad esempio, è del 1800. I bellinzonesi hanno sempre nutrito un certo affetto per Prada, il legame non si è mai interrotto».
Identità – Adesso c’è la possibilità di andare oltre. «Questo è un posto in cui si respira storia. E che ci mette a diretto confronto con la nostra identità. Turisticamente Prada può diventare una perla. In parte già lo è. Stiamo calcolando i costi per nuove operazioni, sarebbe bello iniziare a sistemare alcuni di questi stabili. Presto potrebbe partire una raccolta di fondi su scala nazionale».