LUGANO - La stagione estiva porta molti escursionisti in altitudine. Tra le apprezzate mete delle gite vi sono le capanne con la loro offerta gastronomica e di accoglienza. I rifiuti prodotti da una capanna, benché si faccia attenzione ad evitare imballaggi inutili, devono però essere portati a valle. Ma in che modo? In elicottero? In macchina? Oppure chiedendo aiuto a improvvisati sherpa della montagna pulita?
Con il progetto Sherpa si fornisce un aiuto simbolico alle capanne nel gestire i rifiuti in modo sostenibile. Le capanne aderenti espongono piccoli sacchetti (in stoffa e riutilizzabili) contenenti rifiuti, proponendo ai volontari di portarli a casa e smaltire correttamente il loro contenuto.
A volte un piccolo gesto simbolico diventa contagioso. Come hanno constatano i gestori della Capanna del Monte Tamaro, che a proposito di questo progetto pilota dicono: La clientela è entusiasta, è stata un'idea geniale invertire la logica dove di norma erano i clienti a lasciare rifiuti, ora si disputano “l'onore di un gesto ecologico". L’iniziativa è seguita anche dalla capanna del Monte Bar.
Portarsi a casa un sacchetto di rifiuti è un piccolo gesto, ma aiuta a riflettere sulle particolari condizioni in cui viene gestita una capanna e permette di sentirsi partecipi di un gesto collettivo. Concretamente si aiutano i gestori, ma idealmente ci si impegna collettivamente per mantenere la montagna pulita.
Il progetto Sherpa nasce nell’ambito del progetto Territorio e MontagnePulite (www.montagnepulite.ch), promosso a partire dal 2015 dal Dipartimento del Territorio e sostenuto dall’Azienda Cantonale Rifiuti (ACR), dall’Associazione Svizzera non Fumatori (ASN) e da Banca Stato.