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CANTONE«Il cellulare non basta per salvare una vita»

10.09.17 - 19:37
Stop al corso pratico di soccorritore per gli allievi conducenti? L’ipotesi potrebbe diventare reale. Gli esperti: «Meno morti sulle strade? Non è una scusa per abbassare la guardia»
Ti Press
«Il cellulare non basta per salvare una vita»
Stop al corso pratico di soccorritore per gli allievi conducenti? L’ipotesi potrebbe diventare reale. Gli esperti: «Meno morti sulle strade? Non è una scusa per abbassare la guardia»

LUGANO – Il corso pratico di soccorritore per gli allievi conducenti è superato? Lo sostiene l’Associazione dei servizi cantonali della circolazione (Asa). Appellandosi alla diminuzione del numero di incidenti (e di morti) sulle strade svizzere e allo sviluppo delle nuove tecnologie che facilitano la chiamata dei soccorsi. Insomma, sarebbe sufficiente la teoria. Niente più pratica. Una presa di posizione, rilasciata di recente alla SRF, che non manca di suscitare perplessità. «Giusto eventualmente adattare i contenuti – sostiene Roberto Cianella, direttore generale della Federazione cantonale ticinese servizi auto ambulanze –. Ma azzerare la parte pratica mi sembra una follia».    

La trappola – Nel 1971 in Svizzera sono morte 1800 persone a causa di incidenti stradali. Nel 2016 “solo” 216, 37 in meno rispetto al 2015. «Ma non si può prendere il pretesto del calo degli incidenti e dei morti sulla strada per abbassare la guardia – dice Cianella – . Così ci si danneggia da soli. È vero, oggi c’è il cellulare e ci sono mezzi tecnologici che facilitano le operazioni di soccorso. Ma non basta per salvare una vita. Questo non significa che non ci sia bisogno di conoscenze generali sull’argomento.  

Un futuro da scrivere – Il dibattito è lanciato. Il Consiglio federale, nell’ambito della procedura di consultazione riguardante la revisione delle prescrizioni per la licenza di guida, potrebbe presto optare per un’abolizione dell’obbligatorietà di frequenza del corso pratico. Intanto, però, secondo un sondaggio condotto dal Touring Club Svizzero e dai Samaritani, solo il 32% degli intervistati su scala nazionale è stato capace di elencare le tre azioni da compiere per verificare lo stato di salute di una persona ferita. Solo il 7% ha enunciato, invece, le quattro azioni base da applicare in caso di incidente.

Il Ticino fa scuola (ma non abbastanza) – «C’è da dire che il Ticino è messo meglio rispetto ad altri Cantoni – sottolinea Claudio Benvenuti, direttore della Fondazione Ticino Cuore –. Anche perché da qualche anno si va nelle scuole medie per insegnare ai giovani le operazioni di primo soccorso. Il problema è che non si può introdurre queste lezioni in forma obbligatoria. E quindi sono i singoli istituti a contattarci su iniziativa volontaria. Due terzi lo fanno».

Mancano alternative – Insomma, i corsi per la patente al momento rappresentano ancora il modo più democratico per fare passare presso il maggior numero di persone possibile le nozioni di primo soccorso. «Un cittadino deve essere in grado di soccorrere una persona in difficoltà – riprende Cianella –. Lo prevede anche il codice delle obbligazioni. Non si può non sapere certe cose. Se si vuole abolire la parte pratica nei corsi di soccorso per ottenere la patente, allora la politica deve proporre un’alternativa».

Vite da salvare – «I dati in nostro possesso – precisa Benvenuti – evidenziano come le persone comuni capaci di intervenire per prime sul luogo di un incidente siano concretamente in grado di salvare delle vite. Perché sanno riconoscere un arresto cardiaco, oppure sanno gestire emorragie». «Occorre essere in grado di mettere anche l’intera situazione in sicurezza – aggiunge Cianella –. E poi sapere come dare l’allarme. Meno del 60% degli svizzeri sa che bisogna chiamare il 144 in caso di emergenza. Una percentuale troppo bassa…»

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COMMENTI
 

bobà 7 anni fa su tio
... e il telefonino diventa inutile! E di solito questi posti sono molto lontani dai centri e un intervento semplice può davvero salvarti la vita! Invece di farti fare corsi inutili, sensibilizzazioni che non sensibilizzano, guida risparmiosa di carburante che poi ognuno fa come gli pare, dovrebbero insegnare: - corso pratico di soccorritore (oggetto dell'articolo) - il corso anti-sbandamento lo lascerei, aggiungendo la guida su sfondo estremamente viscido (che simula la neve) - insegnare come comportarsi in galleria in caso di panne al motore (mettere in folle e continuare fino alla piazzuola; se manca poco, aiutarsi con il motorino d'avviamento) - insegnare come cambiare una ruota e usare il kit di riparazione pneumatici

ziopecora 7 anni fa su tio
senza poi contare che quello che viene insegnato ai corsi soccorritori viene utile in molte altre occasioni che nulla hanno a che vedere con gli incidenti stradali.

robyk 7 anni fa su tio
Non l'ammetteranno mai.Il numero dei morti é diminuito perché morire dentro un'auto moderna è quasi impossibile !!!

Sarà 7 anni fa su tio
Che scienziati! Cos'è, è un'estensione di via sicura?

vulpus 7 anni fa su tio
Siamo come i gamberi. Da una parte si spinge all'inverosimile per penalizzare i conducenti per ogni singola bazzecola. Dall'altra ora, l'invenzione di voler eliminare una delle basilari formazioni per gli allievi conducenti. Non bisogna dimenticare , che spesso sono situazioni di stress e panico, per cui , veder nelle tecnologie , il mezzo per risolvere il soccorso è un po' riduttivo. Ci sono poi situazioni dove i cellulari non funzionano, oppure immaginarsi una interruzione del servizio. Hanno ragione chi evidenzia ,questa iniziativa, poco intelligente.
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