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Segregati in casa a causa dei marciapiedi impraticabili

Il disagio di chi vive su una carrozzina: «Con le strade in quello stato da tre giorni non posso uscire». Le ricette delle associazioni
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Segregati in casa a causa dei marciapiedi impraticabili
Il disagio di chi vive su una carrozzina: «Con le strade in quello stato da tre giorni non posso uscire». Le ricette delle associazioni
LUGANO - Marciapiedi pieni di neve o gelati, lettori indignati e anche qualche contuso o rotto in pronto soccorso. Il tutto ha generato un dibattito tra chi afferma che, in questi casi, è necessario portare pazienza e chi, da pedone, si sente ...

LUGANO - Marciapiedi pieni di neve o gelati, lettori indignati e anche qualche contuso o rotto in pronto soccorso. Il tutto ha generato un dibattito tra chi afferma che, in questi casi, è necessario portare pazienza e chi, da pedone, si sente preso in scarsa considerazione. 

«Pensiamo a chi vive in carrozzella» - Nel merito della discussione ha preso parola anche Maggy Frey, vicepresidente del Gruppo Paraplegici Ticino che non ha mancato di sottolineare quanto una situazione del genere possa essere ben più complessa se si vive seduti su di una carrozzella: «Io abito a Lamone e, ancora oggi, i marciapiedi sono sporchi. La gente si trova a dover camminare in mezzo alla strada. Non posso non pensare ai disabili, ma anche agli anziani e le mamme con carrozzina».

Frey non vuole limitarsi a condannare la gestione del problema, ma offre una sua ricetta. «È vero, anche se annunciata, nessuno si aspettava una nevicata di questa portata. Però ci sono in giro tanti disoccupati. Ecco, si potrebbe ingaggiarli in queste occasioni. Come pure asilanti e stranieri».

«In questi casi bisogna segnalare subito» - L'architetto Luca Bertoni, consulente per la costruzione adatta ai disabili per la FTIA è categorico: «Bisogna telefonare subito all'ufficio tecnico o di manutenzione delle strade e rendere evidente la propria problematica dando indicazioni sul tragitto che si percorre in carrozzina per, ad esempio, recarsi al luogo di lavoro o di studio». 

Per Bertoni, insomma, la reazione deve essere propositiva: «È chiaro che la persona in carrozzina è una minoranza, ma non per questo non ha voce in capitolo. E se è vero che non si può intervenire presso tutte le abitazioni dei disabili, chi segnala le proprie necessità può ricevere degli interventi ad-hoc. Non può essere il Comune a muoversi alla cieca, ma può essere attivato grazie alla segnalazione della persona interessata».

Costretta in casa da tre giorni - Che non si tratta solo di speculazioni, ma di un problema noto e pagato a caro prezzo da chi la disabilità la vive sulla sua pelle lo dimostrano le parole di Silvia: «Sono a casa, ancora oggi, impossibilitata ad uscire nonostante avessi delle lezioni obbligatorie all'Università».

Il motivo è evidente: «Come faccio a muovermi su marciapiedi letteralmente impraticabili? Ho accettato questa immobilità forzata il primo giorno di neve, e va bene anche per il secondo, ma adesso inizio a sentirmi in prigione», spiega.

Silvia fa notare che questa situazione non grava solo su chi è portatore di handicap: «Io penso anche a tutti quegli anziani che hanno difficoltà motorie. O che non hanno l'auto. Il rischio di scivolare e farsi male è elevato. Penso solo che le amministrazioni comunali dovrebbero pensare anche un po' a noi».

Posteggi occupati... dalla neve - La situazione odierna è stata complicata anche per chi ha cercato un posteggio riservato ai disabili: un lettore ci ha inviato un'immagine scattata alle 18.20 in via Buffi, davanti all'entrata principale dell'Università della Svizzera italiana. Lo spazio che dovrebbe accogliere l'auto è completamente ingombro di neve. 

 

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