IL CAIRO - L'opposizione al regime di Mubarak vista da Facebook. Anzi, da un ticinese su Facebook. Alessandro Boggian, ex coordinatore dei Verdi del Ticino, da due anni vive nella capitale egiziana, e in questi giorni, dall'inizio delle proteste dell'opposizione, ha dato la sua testimonianza del clima che si vive in Egitto.
Dopo un silenzio di alcuni giorni, dovuto al blackout delle comunicazioni e di Internet, Boggian ha ricominciato a postare su Facebook degli aggiornamenti sulle manifestazioni e le proteste di piazza. In questi momenti l'ex granconsigliere sta testimoniando gli scontri e sassaiole che si stanno verificando sul lato nord di Piazza Tahrir tra sostenitori e oppositori del presidente Hosni Mubarak, non lontano dal Museo archeologico. Ci sarebbero almeno dieci feriti.
Boggian offre un quadro di ciò che sta succedendo nel Paese dei faraoni. Fino ad avanzare un'ipotesi alquanto inquietante, ma tutta da verificare: le autorità stanno monitorando Facebook, Twitter e le altre fonti d'informazione su Internet "per smascherare gli oppositori. Temo che da venerdì ci sarà una caccia all'uomo". I servizi d'intelligence, quindi, terrebbero sotto controllo l'opposizione sui social network e sulla Rete in generale. In particolare, pare, gli stranieri.
Da immagini mostrate dalla televisione araba Al Jazeera, scrive ancora Boggian, si è scoperto che gli autori dei tafferugli che si sono verificati in piazza Tahrir sono dei poliziotti. Lo si è desunto dai documenti d'identità mostrati in televisione.
red
Foto Keystone / AP Ahmed Ali