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La Camera di commercio: "Ci attende un 2012 preoccupante"

Il 2011 ha fatto registrare, come previsto, un andamento in flessione rispetto al 2010
Foto Ti-Press
La Camera di commercio: "Ci attende un 2012 preoccupante"
Il 2011 ha fatto registrare, come previsto, un andamento in flessione rispetto al 2010
LUGANO - "Il 2011 ha fatto registrare, come previsto, un andamento in flessione rispetto al 2010, senza dubbio a causa del repentino rafforzamento del franco rispetto soprattutto ad euro e dollaro". A dirlo è la Camera di Com...

LUGANO - "Il 2011 ha fatto registrare, come previsto, un andamento in flessione rispetto al 2010, senza dubbio a causa del repentino rafforzamento del franco rispetto soprattutto ad euro e dollaro". A dirlo è la Camera di Commercio nell'inchiesta congiunturale di fine anno, per la quale l’anno può comunque essere globalmente considerato abbastanza soddisfacente. Le prospettive per il 2012 sono tendenzialmente prudenti e prevale una certa preoccupazione.

Esse sono comunque in linea con quanto previsto per le altre regioni elvetiche e per la Svizzera in generale. La forza del franco, già fonte di preoccupazione nell’inchiesta 2010/2011, dimostra di portare parecchi effetti negativi sull’andamento degli affari delle aziende, costrette a predisporre numerose misure per contenere i danni. Fra le misure, l’intervento sugli effettivi del personale è ancora abbastanza contenuto, ma non è da escludere un inasprimento della situazione nei prossimi mesi con interventi più drastici.

Analogamente a quanto emerso nel 2010, le imprese ticinesi si posizionano bene nel confronto con le aziende degli altri Cantoni, facendo registrare ad esempio una maggiore propensione agli investimenti, sebbene risultino più colpite dalla problematica del franco forte.
La stabilità riscontrata nelle inchieste del 2009 e del 2010 in sostanza si conferma su diversi punti, benché sia innegabile un peggioramento del quadro generale e soprattutto una pericolosa incertezza quanto all’evoluzione non solo del franco svizzero ma anche dei mercati di riferimento per l’export (in primis ovviamente l’Unione europea).

Hanno partecipato all’inchiesta 277 aziende commerciali, industriali, artigianali e dei servizi, in rappresentanza di 16'479 posti di lavoro in Ticino. Le aziende sono state suddivise in due gruppi: industria/artigianato (109 aziende) e servizi/commercio (194 imprese). Ovviamente l’inchiesta mira a dare indicazioni sulle tendenze generali dell’economia ticinese e non intende sostituire analisi più mirate effettuate dai singoli settori economici.

Andamento degli affari -L’andamento degli affari per il 2011 è giudicato sostanzialmente buono o eccellente dal 29% delle aziende (36% nel 2010), soddisfacente dal 38% (40% nel 2010), mediocre dal 24% (19% nel 2010) e negativo dal 9% (4% nel 2010). Rispetto al 2010, si nota quindi un certo peggioramento, sicuramente legato alla forza del franco svizzero. Va comunque rilevato che per il 67% delle aziende l’anno che volge al termine è stato di segno positivo.
Le prospettive per il primo semestre del 2012 sono contraddistinte dalla prudenza, con il 21% delle aziende che prevede un buon andamento, il 39% che si attende risultati soddisfacenti, il 30% mediocri e l’11% negativi. Salvo situazioni particolari, di regola la tendenza prevista per i primi sei mesi si conferma per tutto l’anno.
In questo contesto, è comunque importante sottolineare che l’auto-finanziamento delle aziende rimane su livelli abbastanza positivi, con il 3% che lo definisce eccellente (7% nel 2010), il 28% buono (a fronte del 33% del 2010), il 35% soddisfacente (34% nel 2010), il 26% mediocre (21% nel 2010) e il 9% negativo (contro il 5% nel 2010), sebbene anche qui sia riscontrabile una flessione rispetto al 2010. In sostanza, due aziende su tre segnalano una situazione tutto sommato positiva quanto all’auto-finanziamento.

Salari nel 2011 e previsioni per il 2012 - Per quanto riguarda l’evoluzione salariale media all’inizio del 2011, solo il 5% delle aziende non ha fatto registrare aumenti, mentre il 69% delle aziende ha concesso aumenti varianti fra l’1 e il 3,9%. Per il 2012, il 4% delle imprese non prevede aumenti, mentre la percentuale delle imprese con aumenti medi dall’1 al 3,9% è del 78%.
È interessante rilevare che il 30% delle aziende ha effettuato un adattamento generale dei salari di senso positivo nel corso del 2010, il che costituisce un valore chiaramente superiore a quelli degli altri Cantoni in cui è stata svolta l’inchiesta, analogamente a quanto già avvenuto negli anni precedenti.

Evoluzione dell’effettivo del personale - Nel 2011 si è registrata una stabilità dell’effettivo del personale per il 63% delle imprese, a fronte di un aumento per il 24% e una diminuzione per il 13% delle aziende. I valori sono quindi sostanzialmente stabili rispetto al 2010 (stabilità per il 66%, aumento per il 24% e una diminuzione per il 13%).
Per il 2012, il 75% delle imprese (79% nel 2010) prevede una stabilità dell’effettivo del personale. L’11% segnala un incremento (15% nel 2010) e il 15% (6% nel 2010) prevede una diminuzione. Si conferma quindi la volontà delle aziende di cercare di mantenere il capitale-umano, strategicamente decisivo, sebbene sia innegabile un peggioramento delle prospettive occupazionali, nel senso che occorre attendersi una maggiore tendenza ad interventi sull’effettivo di personale a seguito delle difficoltà legate al franco forte. La speranza è che il rafforzamento dello strumento del lavoro ridotto permetta di contenere questa tendenza e di permettere alle imprese di mantenere gli effettivi nei momenti più difficili.

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