Secondo l'esperto di migrazione Thomas Kessler il "90% dei richiedenti asilo non sarebbero da considerare perseguitati politici, bensì migranti economici o in cerca di fortuna"
ZURIGO - In Svizzera la tematica scottante dei profughi non riguarda soltanto Chiasso e il Ticino. Anche nel resto del paese se ne dibatte ormai da mesi. Oggi a Bellinzona il Gran Consiglio voterà, molto probabilmente nella prima seduta, la proposta di iniziativa cantonale del gruppo liberale radicale sul Centro per richiedenti l'asilo di Chiasso, che si vorrebbe trasferire altrove. La Confederazione ha comunque già fatto sapere nei giorni scorsi, che il centro di registrazione di Chiasso non si tocca e che, di conseguenza, non sono previste né chiusure, né trasferimenti fuori città.
"Quasi tutti in cerca di avventura" - Oggi a parlare della tematica dei richiedenti asilo è un esperto di migrazione, Thomas Keßler, direttore dell'Ufficio cantonale per lo sviluppo di Basilea città. Keßler, commentando la situazione attuale in Svizzera e i dati, che parlano di un aumento di richieste d'asilo, nel 2011, dell'ordine del 45%, non usa tanti giri di parole.: "Oltre il 90% delle persone arrivate in Svizzera sono migranti economici e in cerca di fortuna".
"Non per lavorare, ma per divertirsi" - Con migranti in cerca di fortuna abbiamo tradotto un concetto che in tedesco è espresso in "Abenteuermigranten" (Migranti d'avventura, ndr). Un termine che, secondo Keßler, descrive a pennello la loro condizione, di giovani immigrati che, "al contrario di chi è alla ricerca di un lavoro, non hanno come scopo di trovare la classica occupazione stipendiata, bensì la possibilità di avere una casa, del cibo, denaro e feste con alcol e donne, cioé tutto quello che vogliono tutti i giovani di questo mondo".
"Solo il 10% rifugiati politici" - Attualmente, secondo Keßler, coloro che possono considerarsi veri e propri rifugiati politici, cioé persone che cercano rifugio in Svizzera per motivi politici o perché perseguitati nel loro paese, non rappresenterebbero che il 10%. Essi provengono dall'Oriente e dall'Africa Orientale. I cosiddetti migranti economici e "d'avventura" sono, invece, giovani tunisini senza famiglia.
Il miraggio dei turisti occidentali - Secondo Keßler questo fenomeno si spiegherebbe anche dal fatto che i giovani nordafricani, confrontati nei loro paesi con una società molto chiusa e caratterizzata da un forte controllo sociale e di costume, sarebbero invogliati a raggiungere l'Europa sulla base di quello che essi osservano dai turisti europei. "Europei che veicolano un'immagine di un continente ricco e permissivo e questi giovani arrivano con la pretesa di poter godere di tutti vantaggi dell'Europa".
Ci vogliono tre nuovi centri di registrazione in Svizzera - La politica di asilo in Svizzera costa un miliardo di franchi all'anno e ora sul territorio confederale, sempre secondo Keßler, sarebbe necessario costruire almeno altri tre centri di registrazione. Una necessità anche dovuta dal fatto che i tempi di procedura di una richiesta durano in media 1.400 giorni. Con i tre nuovi centri si potrebbero abbattere i tempi e ridurli a 150 giorni.
I 250 rientri - Una problematica che si è aggiunta recentemente e di cui parlava il Tages Anzeiger sabato, riguarda l'annuncio dell'Italia di voler limitare il numero di richiedenti l'asilo ripresi dalla Penisola a 250 al mese. In un comunicato diramato oggi, i consiglieri nazionali Roberta Pantani Tettamanti e Lorenzo Quadri chiedono al Consiglio federale se esso "non intenda attivarsi affinché l'Italia ottemperi all'obbligo di riprendersi i richiedenti l'asilo di sua spettanza".