COMO - Insegnano a muoversi nel mercato del lavoro ticinese. Spiegano quali sono i diritti, i doveri e le opportunità legate a un impiego in Svizzera. Sono insomma "istruzione per l'uso" che possono venire utili a chi ha intenzione di muoversi in un mercato del lavoro che non è il suo.
È quanto sta accadendo a Como, dove, in tempi di crisi, c'è chi studia da frontaliere. A riportarlo è la Provincia di Como che spiega come da ieri mattina siano partiti i seminari organizzati a Como dalla Fondazione Ecap dalla Fondazione Castellini nell'ambito del progetto Coop-Sussi.
L'obiettivo è quello di formare figure professionali che andranno a inserirsi in settori quali quello del commercio, quello turistico alberghiero e della ristorazione.
D'altra parte, come spiega Furio Bednarz, presidente della Fondazione Ecap: "Nonostante il momento difficile il mercato ticinese è aperto. I salari dei settori cui dedichiamo i nostri seminari sono stabili da anni. Stiamo parlando di 3mila-3500 franchi lordi al mese a fronte di una produttività elevata e di orari di lavoro lunghi, 40-42 ore settimanali. Per chi vive in Svizzera un simile stipendio non è sufficiente, mentre chi viene dall'Italia e non deve pagare la cassa malati raggiunge al netto un salario superiore ai 2500 franchi".