Filippo Contarini, giurista, spiega il contenuto dell’iniziativa sull’imposta di successione
BELLINZONA - Raramente un'iniziativa popolare ha provocato una maretta simile. Come abbiamo riportato ieri, i notai sono stati presi d'assalto negli ultimi mesi dell'anno scorso, subissati da richieste di donazione e eredità anticipate. Tutti (i ricchi) temono la reintroduzione dell'imposta di successione, come richiesto dall'iniziativa lanciata dal Partito evangelico e sostenuta dalle forze di sinistra.
Eppure non sono ancora neanche state raccolte tutte le firme. Il termine di consegna è il 16 febbraio 2013 e se tutto va bene si voterà a fine 2014. Ma l'iniziativa contiene una clausola retroattiva al 1.1.2012, proprio per evitare, in caso di accettazione, una corsa ai notai per evitare di pagare l'imposta. Corsa che c'è stata comunque, ma di sicuro in modo più limitato visti i tempi ristretti, come ci spiega il giurista Filippo Contarini, membro del Partito socialista e sostenitore dell'iniziativa.
"Quando nell'agosto scorso scrissi il mio primo articolo sull'imposta di successione, un mio amico notaio mi disse che avrebbe voluto fucilarmi. Invece quando l'ho incontrato a inizio gennaio mi ha abbracciato tutto contento dal tanto lavoro che ha avuto. Ma dall'inizio di quest'anno ha ricominciato a lavorare su ritmi nella norma."
Ma perché per donare qualcosa c'è bisogno di un notaio?
"La donazione di per sé non ha bisogno di un notaio, ma se in mezzo c'è un fondo sì. Se per esempio io ti dono 200'000 franchi non ho bisogno di un notaio, ma se ti dono una casa da 200'000 franchi sì. Nel caso dell'eredità, uno può fare un contratto ereditario invece di scrivere un testamento. Questo contratto di successione diventa valido quando la persona muore, quindi l'imposta si scatena quando la persona muore. Se invece uno fa una donazione il passaggio di proprietà è immediato."
Però se uno dona una casa potrebbe poi anche esserne mandato via da chi l'ha ricevuta.
"Sì, questo è un aspetto problematico della donazione utilizzata al posto del contratto ereditario. Metti che io adesso ho 78 anni e ho due case da 4 milioni l'una. Donazione significa passaggio di proprietà, ma se ci abito dentro devo ancora fare l'usufrutto, ossia andare dal notaio e garantire davanti alla persona cui ho donato la casa che finché non sono morto io nella casa ci abito. E questo non è evidente, sia da un punto di vista giuridico che morale. Casa mia è casa mia. In teoria, come detto, chi ha ricevuto la casa in donazione potrebbe anche mandare via chi gliel'ha donata."
Se per esempio uno non ha soldi e riceve una casa da 3 milioni. Ci deve pagare sopra l'imposta di successione. Come fa? Deve vendere la casa?
"Se uno è povero e riceve una casa da 3 milioni è comunque più fortunato di uno che riceve 50'000 franchi. Può anche vendere la casa e comprarsene un'altra. Ma i dettagli dell'iniziativa non sono ancora definiti, sarà il legislatore a decidere qual è il momento in cui bisogna versare i soldi. Il problema della successione comunque esiste già. Se tu hai una casa e due figli, ci può abitare uno solo e l'altro deve ripagare la metà, come fa? Se i soldi non ce li ha la casa la si vende o la si ipoteca."
Se per le successioni la franchigia è di 2 milioni, per le donazioni si parla di 20'000 franchi. Perché una cifra così bassa?
"Un regalo sotto i 20'000 franchi lo si considera un cosiddetto regalo d'uso. L'iniziativa dice che c'è una franchigia unica di 2 milioni di franchi sull'importo complessivo della successione e di tutte le donazioni assoggettate all'imposta. Cosa vuol dire? Io ti regalo un Rolex da 15'000 franchi. Poi ti regalo 60'000 franchi per comprarti casa. E poi dopo nell'eredità ci sono ancora 3 milioni di franchi sul conto. Quando muoio ci sono 3 milioni, l'orologio da 15'000 e i 60'000 per la casa. In totale dovrebbe fare 3 milioni e 75'000 franchi, ma in realtà quei 15'000 franchi non li conto, perché sono un cosiddetto regalo d'uso e non entrano nel calcolo."
"Un altro esempio: io ho un grosso patrimonio e di questo grosso patrimonio due milioni non vengono tassati. E questa è la cosa facile. Io però quando ero in vita posso aver regalato dei soldi ai miei figli e quando si calcola l'eredità bisogna metterli in conto. Per esempio io ho donato 100'000 franchi ai miei due figli prima di morire e poi lascio ancora come eredità 4 milioni. Per calcolare i 2 milioni di franchigia bisogna inserire anche quei 200'000 franchi che sono stati donati quando il morto era in vita."
Ma quella non è eredità.
"Infatti, l'articolo si chiama "imposta sulle successioni e sulle donazioni". Perché se no sarebbe facile, uno direbbe: "mi mancano pochi giorni di vita, ti dono tutto e così di eredità non hai niente." Allora l'iniziativa considera anche quello che si è donato per fare il calcolo totale di quanto si deve pagare d'imposta. Però ci sono alcune eccezioni. Non entrano nel calderone la quota che spetta alla moglie e le donazioni inferiori ai 20'000."
E se uno dividesse una donazione di 100'000 franchi in 5 quote da 20'000?
"Se desse ogni anno 20'000 franchi, quelli sarebbero esentati. Ma non ti costruisci la casa con 20'000 franchi..."
Però uno potrebbe cominciare già in giovane età a regalare 20'000 franchi all'anno per pagare poi meno alla morte.
"Sì, però chi è che ha 20'000 franchi da regalare ogni anno ai figli? Può essere, ma comunque non sono quelle le cifre che fanno poi ballare l'obiettivo dell'iniziativa, che è quello di riuscire a drenare un po' di soldi dalle persone più fortunate verso l'AVS, che aiuta le persone meno fortunate."
Come mai è stato inserito l'effetto retroattivo al 1.1.2012?
"Da quando inizia la raccolta firme a quando il tutto è esecutivo passano quasi 10 anni. Quindi mettere la retroattività è uno strumento proprio per evitare questa corsa alle donazioni in ottica anti-imposta. Purtroppo è proprio quello che è successo adesso, ma una cosa è farlo in 3 mesi, un'altra in 6 anni."
C'è chi dice che la retroattività sarebbe anticostituzionale...
"Come si fa a dire che una cosa nella Costituzione è anticostituzionale? Se è scritto nella Costituzione che ci può essere retroattività, non è illegale. Di sicuro questa cosa non va contro i diritti dell'uomo. È una forma per evitare che tutti agiscano prima dell'entrata in vigore dell'imposta."
Ci sono ancora cantoni che hanno l'imposta di successione cantonale.
"Pochi, ma ci sono. È diritto dei cantoni decidere se averla o meno."
Su che basi è stata stabilita la percentuale del 20%?
"È un 20% solo sulla parte che supera i 2 milioni di franchi, il che vuol dire che se passo a mio figlio 2'100'000 franchi, pago il 20% su 100'000, cioè l'1%. Quando si arriva a 4 milioni di franchi diventa il 10% del totale e sopra i 4 milioni piano piano si avvicina al 20%. Che non è alto se uno calcola il totale che viene passato. In diversi paesi esteri le percentuali sono più alte. In Germania il 30%, in Francia il 40%... Poi bisogna sempre fare il rapporto con questa franchigia. Ma a me non dà così fastidio che uno paghi il 20% su 8 milioni di franchi."
Però ci ha già pagato le tasse mentre era in vita.
"Dipende se quello era il patrimonio che è arrivato dal papà del papà del papà o no. In Svizzera il 5% della popolazione detiene il 50% del patrimonio totale e quelli sono beni che si passano di famiglia in famiglia. C'è un nocciolo duro di ricchissimi - sono quelli che hanno paura - che si passano i soldi tra di loro. Non sono soldi guadagnati col sudore della fronte, quelli sono soldi posteggiati in una qualche società che poi fruttano perché si specula, perché ci sono gli immobili. Con questa iniziativa non si affamerà nessuno."