LUGANO - Che cosa significa essere ticinesi? Con quali parole definiamo la nostra identità? Chi siamo e cosa vogliamo essere?
Sono domande a cui tenta di rispondere il nuovissimo saggio edito da Giampiero Casagrande, “Identità nella globalità. La sfida della Svizzera italiana”, curato da Oscar Mazzoleni e Remigio Ratti con i contributi, oltre che dei curatori, di Orazio Martinetti, Marco Marcacci (ticinesi), Georg Kreis, Martin Schuler, Joëlle Kuntz (confederati), Piero Bassetti e Aldo Bonomi (lombardi). Un discorso promosso già in passato dal gruppo di studio e di informazione “Coscienza Svizzera” e aggiornato ora all’epoca della globalità.
Vantaggi e svantaggi del nostro cantone - Sappiamo essere multiculturali. In un mondo che richiede sempre più la capacità di giostrarsi tra culture e lingue diverse, noi che siamo una minoranza linguistica con un legame forte con resto del paese abbiamo una carta in più. La doppia identità svizzero-italiana ci rende speciali. “Siamo un luogo di dialogo, siamo in una posizione privilegiata per fare incontrare la Svizzera e l’Italia, spiega Mazzoleni. Ma essere minoranza e oltretutto periferia economica obbliga a fare più sforzi degli altri, anche per farsi sentire all'interno del proprio paese. Nel mondo di oggi, c'è una maggiore competizione, come pure il bisogno di risorse (economiche, formative, relazionali) per affrontare le incertezze di un mondo globale. Le logiche odierne sono lontane dal favorire le minoranze che non sono in grado di misurarsi con queste sfide. Pensiamo alla mobilità delle persone: chi è cresciuto e vive in Ticino non ha le stesse possibilità di un bernese, per esempio, che se non trova lavoro a Berna può andare a Zurigo o a Basilea. Per accedere a questa mobilità il ticinese deve disporre di più competenze”. Secondo Mazzoleni, riflettere sulle sfide del futuro significa fare i conti con quattro orientamenti che si sono profilati in questi anni in Ticino.
4 orientamenti
- un Ticino che scommette sui suoi punti di forza per competere con le metropoli, ad esempio con Milano e Zurigo;
- un Ticino che si rivolge a Berna per rivendicare un maggior sostegno;
- un Ticino che intende rafforzare i rapporti con le realtà limitrofe italiane, in particolare nell’area insubrica;
- un Ticino che tenta di valorizzare specificità tutte cantonali, opponendosi ad un nord e ad sud da cui si sente minacciato;
Negli ultimi anni, spiega Mazzoleni, questi orientamenti hanno convissuto, anche in modo confliggente, nell’azione e nei discorsi di autorità, partiti, associazioni, lasciando trasparire un’incertezza, una difficoltà a darsi una direzione di marcia per il futuro.
Identità in movimento - Nel suo contributo al volume, Georg Kreis raccomanda cautela nell’usare il termine di identità. L’identità esprime l’esigenza di “ritrovarsi”, di trasmettere fiducia in se stessi. Per questo, viene spesso evocata nei momenti di crisi. Ma l’identità può anche tramutarsi nell’illusione di un rifugio. In una società complessa, l’identità capace di affrontare le sfide non deve essere troppo forte o chiusa. “Il Ticino, luogo di passaggio di esperienze, culture e interessi non è una sperduta valle racchiusa su se stessa”, spiega Sergio Roic, membro di Coscienza svizzera. “Nella logica del mondo glocale – globale e locale insieme – l’apertura, il confronto e il passaggio di idee, il Ticino non ha da temere. Il futuro sarà suo”.