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TICINOLurati: "Sempre più lavoratori usa e getta"

09.01.06 - 16:50
Ti Press
Lurati: "Sempre più lavoratori usa e getta"
LUGANO - "Quasi con meraviglia - si legge in un copmunicato stampa diramato oggi pomeriggio da Saverio Lurati per il sindacato Unia, Regione Ticino e Moesa - ci si accorge che, mentre nel resto della Svizzera la disoccupazione diminuisce o resta stabile, nel nostro cantone sta invece aumentando e rischia di toccare punte ancora più elevate nei prossimi mesi".

"Unia Ticino - continua Lurati - aveva a più riprese segnalato la sua preoccupazione per questa evoluzione ed aveva (attraverso alcuni atti parlamentari) indicato alcune possibili soluzioni. Purtroppo, come da troppo tempo accade, in questo cantone, non si muove niente se non si tratta di qualcosa che faccia risparmiare o che vada in direzione di un alleggerimento fiscale. Intanto migliaia di persone attendono una risposta che non viene e non verrà mai".

"Ovviamente, adesso - aggiunge ancora Lurati - è tutta colpa degli accordi bilaterali (accordi che Unia Ticino non aveva sostenuto). Ma non è forse un po’ troppo semplicistico addossare tutte le colpe a degli accordi che, se da un lato permettono anche la libera circolazione dei lavoratori e delle lavoratrici, dall’altro presuppongono che questi ultimi trovino occasioni di lavoro? E allora come la mettiamo? La risposta, ovviamente, è davanti agli occhi di tutti ma la maggior parte preferisce far finta di non vederla".

"Quello che è veramente mutato - spiega Lurati - è il mercato del lavoro, un mercato che fa della precarizzazione un’arma letale e utilizza sempre più lavoratori e lavoratrici usa e getta. Quindi, ecco spiegata la leggera flessione dei lavoratori frontalieri passati (statistiche STATEM) da 35’591 unità nel 2° trimestre 2005 a 35’100 unità nel terzo trimestre, e l’esplosione dei permessi di breve durata, al 15 dicembre erano state inoltrate 6’325 notifiche (trattasi di notifiche fino ad un massimo di 3 mesi). Notifiche che, nella maggior parte dei casi, sono state inoltrate da ditte con sede nel nostro cantone che preferiscono quindi ricorrere a lavoratori precari attinti oltre confine piuttosto che assumere persone in loco. In molti casi ciò si è purtroppo verificato anche per la realizzazione di opere pubbliche o sussidiate".

"Quindi - specifica Lurati - la responsabilità di quanto succede non può essere scaricata solo sugli accordi bilaterali, ma deve essere assunta in prima persona da tutte quelle aziende che preferiscono il precariato occupazionale, garantendosi notevoli profitti a breve termine, scaricando il rischio aziendale sulle spalle dei lavoratori e dimenticandosi che etica, moralità e responsabilità sociale potrebbero garantire uguali soddisfazioni nel medio e lungo periodo".

"Infine - conclude la nota stampa - appare chiara anche l’inadeguatezza degli URC (uffici regionali di collocamento) a fronte di mutamenti così radicali nel mondo del lavoro. E, a questo proposito, vorremmo finalmente capire di quanto tempo possono disporre i collocatori per avvicinare, convincere, sostenere quegli imprenditori seri che veramente sono preoccupati per la tendenza precarizzatrice in atto. Questi imprenditori, industriali e artigiani meritano maggiore attenzione da parte delle istituzioni ed hanno assolutamente bisogno di stabilire un rapporto di fiducia con chi si occupa (o dovrebbe occuparsi) dei senza lavoro del nostro cantone. Quindi, vediamo di darci una mossa e di non sempre scaricare le responsabilità, fomentando derive xenofobe, in un momento storico in cui in nostro Paese non ne ha assolutamente bisogno".

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