BERNA - Il discorso incentrato sulla denuncia degli abusi in materia di asilo ha convinto la maggioranza della popolazione svizzera ad approvare le due leggi sottoposte alla votazione di questa domenica 24 settembre 2006, malgrado l’ampia mobilitazione della società civile, delle associazioni e delle Chiese per combattere queste due leggi che violano i diritti fondamentali. «È una domenica nera per il diritto d’asilo in Svizzera! Oggi la Svizzera si è dotata delle leggi più restrittive tra tutte quelle in vigore in Europa, e ciò proprio quando il numero delle domande d’asilo non è mai stato così basso da vent’anni a questa parte», rileva Daniel Bolomey, Segretario generale della Sezione svizzera di Amnesty International. «Tuttavia, in questa giornata di lutto per la Svizzera umanitaria, si possono cogliere anche segnali positivi: le numerose, ampie coalizioni costituite per far firmare i referendum e per condurre la campagna contro le due leggi hanno dimostrato la forte resistenza della società civile ai discorsi populistici che semplificano la complessità degli argomenti legati alla politica in materia d’asilo e di stranieri. Queste forti coalizioni, composte da organizzazioni non governativa, chiese, artisti, settori economici, donne e uomini politici di tutti i fronti, continueranno a lavorare con scrupolo per sviluppare una vera e propria cultura dei diritti umani e un’apertura alla diversità culturale nel nostro paese».
Amnesty International si impegna a monitorare scrupolosamente l’applicazione delle nuove leggi, con particolare riguardo alle promesse fatte dal consigliere federale Christoph Blocher e dall’Ufficio federale dell’immigrazione durante la campagna. Amnesty controllerà specialmente l’applicazione della nuova Legge sull’asilo in relazione all’entrata in materia per le persone prive di passaporto, ma per le quali esiste un indice di persecuzione, e la questione della non-soppressione dell’aiuto d’urgenza per le persone vulnerabili, come sottolinea l’opuscolo pubblicato dal Consiglio federale.
«I favorevoli al 2xSI hanno convinto il popolo svizzero argomentando che i «veri» rifugiati troveranno sempre rifugio nel nostro paese. Bisogna ora che l’Ufficio federale dell’immigrazione assuma questo impegno», aggiunge Daniel Bolomey. «Amnesty International denuncerà tutti i casi di cui verrà a conoscenza di persone rinviate per errore, arrestate e forzate al rientro nel loro paese. La Svizzera non ha il diritto di violare le convenzioni internazionali e di rinviare le persone verso la tortura e la prigione».