L'italiano è chiamata la lingua di Dante, anche se a volte questa lingua batte dove il Dante duole.
Siamo tutti concordi quando diciamo che il Ticino è una minoranza linguistica nazionale, ma non per questo deve essere sottovalutata o addirittura sostituita con comunicazioni in francese o in tedesco, per non dire in inglese. Da anni lottiamo per il riconoscimento oltralpe della nostra lingua, la quale viene sempre più spesso accolta, considerata e in alcuni casi non solo tradotta, ma addirittura trattata male. È a questo punto che nascono gli strafalcioni come quello appena apparso nei supermercati Coop “grazie per pagare i cioccolati alle casse del chiosco”.
Che abbiano assunto come traduttore Sbirulino? Forse è a lui che dovremmo attribuire anche la paternità di “crema per snellire la silvetta” e “bigolini per capelli”. Per il @disinformatico invece è più probabile che alla Fust abbiano assunto un romano, dove nel suo hastag #ionospiksvizzerano si parla di “il miglior iPhone de sempre”. Alla Migros troviamo il “blocco per appunti adanelli”, dove devo ancora capire se si tratta del Signor Adanelli o di un aggettivo dal significato misterioso.
E noi ticinesi possiamo considerarci immuni da errori? Oppure capita anche a noi di inciampare nello strafalcione? Accade accade, e a volte in maniera a dir poco sublime. Come le vene vanitose, le inferriate in ferro sbattuto, brulicareo nel buio, ho le caldaie e l’addio al prelibato, ma soprattutto un bel «non osi darmi più del pertinente» detto in tono offeso e risentito.
Raccontateci altre chicche in italiano scorreggiuto o inviateci le vostre foto.