John Noseda è chiaro. Poi elenca i nuovi circuiti della criminalità organizzata, dalle cassette di sicuretta alle società vuote
LUGANO - “Non servono altre leggi. Ogni legge è fatta per essere aggirata e mettere in moto nuovi circuiti per aggirarla. Il maggior deterrente per la criminalità è la consapevolezza e la paura di essere scoperta. Se questa eventualità aumenta, aumenta anche l’efficacia della legge. Non penso che il 260 ter meriti di essere modificato. Serve piuttosto collaborazione e comunicazione tra i diversi comparti, dall’Ufficio fallimenti, agli ispettori del lavoro, dai sindacati alle autorità fiscali e al settore stranieri.”. Parola del Procuratore Generale John Noseda.
L’occasione per affermarlo è quella organizzata questa sera da Ticino Sicuro all’Hotel Lugano Dante Center a Lugano. (Piazza Cioccaro 5, Lugano). Il tema è il crimine organizzato, i volti delle mafie in Ticino e le leggi per arginare il fenomeno che nell’ultimo anno sembra avere registrato una escalation. A rispondere alle domande di Matteo Caratti, direttore de La Regione Ticino, ci sono John Noseda nelle vesti dell’accusa e l’avvocato penalista Edy Salmina, in quelle del difensore.
Discutere, argomentare, confrontarsi sulle mafie e sulla criminalità organizzata in Ticino non è uso frequente, anzi “alcuni anni fa – ha introdotto uno dei consulenti di Ticino Sicuro, Luigi Mattei, avvocato penalista ed ex Magistrato – non avremmo mai immaginato che così tanta gente potesse essere interessata ad un tema di questo tipo”. La sala, difatti, era gremita. Tantissime le personalità della vita pubblica ticinese presente al dibattito che ha provato a illustrare quale sia il fenomeno, le sue evoluzioni, le possibili soluzioni.
Omertà - “La mafia agisce in due modi, con la violenza e con la finanza. Negli ultimi anni gli strumenti si sono fatti sofisticati- ha spiegato Noseda. In Ticino siamo a conoscenza di casi di estorsione. La presenza della criminalità organizzata non è riscontrabile solo nell’edilizia, ma anche nel settore del tempo libero, case da gioco, locali notturni. Un elemento che caratterizza la pericolosità della criminalità organizzata è l’omertà. Ho assistito a un caso all’interno di un cantiere edile molto significativo. C’era stato un incidente nel cantiere e gli operai hanno ricevuto l’ordine di modificare la situazione presente, camuffando completamente la scena del crimine. Ebbene quando abbiamo fatto gli interrogatori, i 30 operai sono stati muti”.
Nuovi circuiti - La legge antiriciclaggio secondo il Procuratore Generale è efficace, utilizzare le banche o le fiduciarie per aggirare l’ostacolo ormai è diventato difficile, ma stanno nascendo nuovi circuiti. “Abbiamo individuato quello delle cassette di sicurezza dismesse dalla banche e riutilizzate, a fini di riciclaggio, da società semplici, che le hanno messe a disposizione della criminalità organizzata. In quelle cassette abbiamo trovato anche 400 o 500 mila franchi, proventi di spaccio di sostanze stupefacenti o estorsioni. Un altro circuito è quello delle strutture societarie. Basta considerare che in Ticino anche quest’anno sono nate tantissime società, una percentuale superiore al resto degli altri cantoni. Anche i fallimenti sono tanti. Società spesso vuote acquisite da organizzazioni criminali per emettere false fatture, sulla base delle quali fare pagamenti bancari leciti e riciclare”.
Il 260 ter - Salmina conferma che introdurre nuove leggi non è la formula magica. “Le regole impediscono una parte dell'attività criminale ma la spostano appunto verso nuove forme, nuovi raggiri. Ci vuole il resto associativo? Basta il 260 ter? Piuttosto al registro di commercio e all'ufficio della tassazione bisognerebbe mettere in piedi degli osservatori con maggiore personale per rafforzare i controlli. Questo senza complicare la burocrazia, perché per aprire una società in Ticino, ci vogliono e devono continuare a volerci 36 ore”.
Noseda ha ribadito che In Ticino si sta mettendo a punto un osservatorio che valuti meglio proprio i tipi di fallimento delle società. Infine, affrontando il tema delle competenze, ha spiegato che “ci sono inchieste che hanno dimensione supernazionale tale per cui dare la competenza a Ministeri Pubblici locali rende meno efficiente l'inchiesta. Penso a Internet. I reati del 260 ter e del 305 bis (riciclaggio) non sarebbero dovuti andare di competenza alla Confederazione. A volte manca il coordinamento tra polizia federale e cantonale, si arriva insieme sulle stesse cose”.