Filippo Colombo, fermato in maggio da un infortunio al bacino, aveva rischiato di veder sfumare il sogno Olimpico.
«Mi ero posto l’obiettivo di entrare nei 10 e andare a caccia del diploma olimpico, ma considerando tutti i fattori in gioco posso essere sicuramente soddisfatto».
IZU - Mathias Flückiger secondo, Nino Schurter quarto, Filippo Colombo 12esimo. La gara di cross-country della Mountain bike - nonostante il podio sfiorato dal 35enne Schurter - ha regalato molte soddisfazioni ai colori rossocrociati, con i tre elvetici in grande evidenza.
Fermato da un brutto infortunio al bacino lo scorso 9 maggio, il ticinese Colombo aveva seriamente rischiato di veder sfumare il sogno a 5 cerchi, divenuto invece realtà anche grazie alla sua forza di volontà e la voglia di non mollare mai. «Mi ero posto l’obiettivo di entrare nei 10 e andare a caccia del diploma olimpico, ci sono andato vicino... - interviene Filippo Colombo ai microfoni di "Radio Ticino" - Pensando al percorso fatto, con l’Olimpiade che sembrava svanita a maggio dopo l’infortunio, posso però essere davvero soddisfatto. Quando si dà tutto è difficile avere rimpianti».
E il ticinese in gara ha dato davvero tutto. «Ho dato il 101% dall’inizio alla fine. Non sempre però le gambe vanno come si vorrebbe. Ho avuto un po’ di difficoltà a trovare il ritmo giusto, ma su questo potrebbero aver pesato anche il periodo di stop forzato e le poche gare».
In Giappone In tempi di pandemia, il clima Olimpico è un po’ “particolare”. Come avete vissuto i giorni di avvicinamento alla gara? «Siamo un po’ blindati, ma abbiamo la fortuna di avere un bellissimo ambiente all'interno del team. Ci ha aiutato molto nel percorso di avvicinamento alla prova, i nostri giorni sono volati».