È stato formalmente identificato il cadavere ripescato ieri pomeriggio dalle acque del Lago dei Quattro Cantoni.
Ci sono voluti molti giorni per recuperare il veicolo inabissatosi domenica in un punto del lago estremamente profondo.
BRUNNEN - È stato formalmente identificato dagli specialisti dell'Istituto di medicina legale di Zurigo, il cadavere che ieri pomeriggio era stato estratto dall'automobile con targhe zurighesi finita nel Lago dei Quattro Cantoni domenica pomeriggio. Si tratta - come precisato dalla polizia cantonale di Svitto sul proprio profilo di Twitter - di un uomo di 63 anni che risiedeva nel più popoloso cantone svizzero. La causa della morte è ancora oggetto d'indagine.
Das Todesopfer, welches am 27.07.22 aus dem Fahrzeugwrack in Brunnen geborgen wurde, ist identifiziert. Es handelt sich um einen 63-jährigen Mann aus dem Kanton Zürich. Todesursache und Unfallhergang sind weiterhin noch nicht geklärt.#kaposchwyz #kantonspolizeischwyz pic.twitter.com/zqHbsGDMBW
— Kantonspolizei SZ (@KapoSchwyz) July 28, 2022
Recupero complesso
Il Suv, che era precipitato dall'Axenstrasse attorno a mezzogiorno di domenica 24 luglio, si era inabissato nello specchio d'acqua raggiungendo i 182 metri di profondità. Per il recupero della vettura, ricordiamo, erano state utilizzate due chiatte dotate di argani. Per questo tipo di operazione, gli agenti di Svitto hanno potuto contare sui colleghi di Zurigo. Già martedì, agenti della polizia lacuale di Zurigo erano infatti riusciti a rintracciare la vettura grazie a una speciale sonda in loro possesso: fino ad allora, a causa della profondità del lago in quel punto, le ricerche erano risultate vane con i sommozzatori che non erano riusciti a scendere oltre i 40 metri di profondità.
Il nodo della sicurezza
Situata sull'asse del San Gottardo, l'Axenstrasse - che collega le autostrade A4 e A2 tra - è da tempo nel mirino delle critiche, poiché ritenuta poco sicura. Particolarmente contestata - in questi giorni - è la presenza di una semplice ringhiera a lato della strada, un manufatto che l'automobile caduta nel lago ha divelto per una lunghezza di svariati metri. «È una ringhiera che serve ai pedoni per non cadere nel vuoto», spiegava il Consigliere nazionale ticinese (e membro della Commissione trasporti) Bruno Storni, precisando però che questa «non avrebbe mai potuto resistere a un'automobile».