La CFIG: «Serve un intervento forte e duraturo per la salute mentale dei ragazzi».
BERNA - La salute mentale dei bambini e dei giovani è una questione di sanità pubblica che merita una risposta rapida e al contempo duratura, in modo da prevenire determinate ripercussioni. Una delle priorità nel breve periodo è migliorare l’offerta di cure in questo ambito. Nella sua ultima posizione, la Commissione federale per l’infanzia e la gioventù (CFIG) formula una serie di raccomandazioni basate «sulle più recenti conoscenze scientifiche in materia».
Un ragazzo su quattro ha problemi - I dati sono preoccupanti. Una quota compresa tra il 13 e il 20 per cento dei bambini e dei giovani soffre di un disturbo conclamato, mentre uno su quattro presenta sintomi di problemi psichici. Le ragazze e le persone con esperienze di discriminazione risultano particolarmente colpite. Disturbi di questo genere possono avere conseguenze sul piano scolastico, ostacolare le prospettive professionali e compromettere le relazioni sociali.
Cause multifattoriali - La ricerca mette in evidenza in particolare l’influenza sulla salute mentale di fattori quali situazioni di povertà, condizioni di lavoro e livello di qualificazione, come pure esperienze traumatiche legate a violenza domestica, bullismo, esclusione sociale o discriminazione. A questi va aggiunto lo stress legato alle molteplici crisi attuali e alla pressione sociale e in termini di rendimento che vivono i bambini e i giovani.
«Un ampio ventaglio di misure» - Un migliore accesso a un’offerta di cure adeguata e a bassa soglia sin dalla comparsa dei primi sintomi «è assolutamente prioritario al giorno d’oggi». A questo sforzo devono però associarsi «un monitoraggio che permetta di disporre di dati attendibili, misure di prevenzione e promozione della salute mentale sin dalla prima infanzia nonché provvedimenti volti a ridurre la stigmatizzazione». Inoltre, la CFIG raccomanda di agire «sul piano delle condizioni sociali favorendo i legami sociali e l’appartenenza a un gruppo, la prevenzione del bullismo e di ogni forma di discriminazione, come pure la riduzione dei fattori di stress legati al rendimento o a eventi ansiogeni esterni. Prendere in considerazione tutte queste misure rappresenta un investimento a lungo termine in favore della sanità pubblica».