MUSICA: Successo a Lugano per Renato, ma Zero dimentica il passato

Palaghiaccio invaso da sorcini accorsi per applaudire Renato Zero, a Lugano per il tour “Prove di volo”. Un viaggio nei recenti successi musicali di Renato, che predilige i pezzi nuovi a quelli più vecchi.
Il viaggio riprende con “Ostinato amore” e raggiunge scene di entusiasmo generale con “Cercami”, primo momento veramente caldo della serata: emozioni vibranti, tifo da stadio e i 5000 presenti si uniscono in un coro che commuove Renato Zero.
Poco spazio alle prediche e ai momenti parlati che abbiamo avuto modo di conoscere nei concerti del passato e nelle trasmissioni televisive di questi ultimi tempi. Qualche accenno al consumismo e all’omogeneizzazione, alle soap-opere che ci raccontano falsità e il filo comunicativo riprende con la canzone “Motel”, brano non molto famoso del suo repertorio anni settanta, più noto forse nella versione di Patty Pravo, che lo incise cambiando il titolo in “Grand Hotel”.
Primo cambio d’abito con “Dimmi chi dorme accanto a me” in cui Renato appare su un grande letto in pigiama bianco. Ancora brani del suo nuovo cd, “La medicina”, “Innocente”, “Fuori gioco”, “Non cancellate il mio mondo”, “Storie da dimenticare”, canzoni che dicono niente o poco alla grande maggioranza del pubblico, il quale attende inevitabilmente i classici del suo repertorio, che fanno però fatica da arrivare.
Si parla di diversità e sull’importanza di evitare l’omologazione, un pretesto per introdurre un altro suo pezzo forte targato anni settanta, “Madame”.
“Quando siete felici non ditelo a nessuno” ammonisce Renato ai suoi fedelissimi, e il tendone si chiude dopo due ore. Si riapre con un Renato vestito con le piume di uccello: un omaggio ai tempi stravaganti di Zerolandia. Renato intona “La grande assente”, dedicata all’amica Mia Martini, “dov’è Mimì” canta, e l’emozione diventa palese sul suo volto.
Ma il viaggio è destinato a finire. “Grazie Lugano, così lontana, ma così vicina”, ed è standing ovation. Il pubblico lo invoca e lui ritorna per un brevissimo salto nel passato. “È ora di tornare indietro di alcuni anni”. Il salto temporale avviene con solo tre brani, “Il triangolo”, “Mi vendo” e “Il cielo”, quest’ultimo cantato dal pubblico mentre Renato si finge direttore di voci.
Un salto avaro compiuto da Renato troppo sbrigativamente. Un artista con un passato glorioso come il suo avrebbe potuto regalare qualche “amarcord” in più.
Chiusura con “I migliori anni della nostra vita” e con la mitica frase “non dimenticatemi”, si chiude definitivamente il sipario.
Di Sal Feo




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!