Il programma dei primi due giorni dell'edizione 2021 del Festival internazionale di narrazione, che prende il via domani
MENDRISIO - È tutto pronto per il via della 21esima edizione del Festival internazionale di narrazione “Racconti di qui e d’altrove”. Da domani sera i borghi di Arzo, Meride e Tremona saranno animati da spettacoli, incontri, musica e installazioni per un’edizione nuova e aperta sul territorio.
Si parte alle ore 21.30 ad Arzo con "In nome del padre" e Mario Perrotta. Lo spettacolo, nato da un intenso confronto dell’artista con lo psicanalista Massimo Recalcati, riflette sulla figura del padre, sulla sua crisi e sulle sue possibilità. «Il nostro tempo è il tempo del tramonto dei padri. […] Il teatro può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità sia il transito verso un’altra immagine, più vulnerabile, ma più umana, di padre» sostiene Recalcati. Prima dello spettacolo, alle ore 18 ma a Meride, nell’incontro "Dare corpo al padre", Perrotta - insieme alla scrittrice e giornalista Laura Di Corcia - si confronterà con il pubblico sul lavoro di ricerca e studio che lo ha portato a dare voce e corpo a un tema così complesso. L’evento è a ingresso gratuito previa prenotazione tramite il sito del Festival.
Festival che continua nella giornata di venerdì 20 agosto, a partire dalle ore 18.00, a Meride, con "A forza di essere vento. Viaggio nella musica klezmer, balcanica, rom e dintorni". Il gruppo musicale Yatrìah e la danzatrice ticinese Camilla Stanga incanteranno gli spettatori con una performance di teatrodanza che trasporterà con un viaggio fisico e sonoro all’interno della cultura Rom.
La sera, alle ore 21.30, Arzo avrebbe dovuto ospitare lo spettacolo "Mario e Saleh" con Saverio La Ruina e Chadli Aloui. Per cause di forza maggiore questo non sarà possibile, ma si parlerà dello spettacolo e del tema dell’incontro tra culture, il giorno successivo (sabato 21 agosto, ore 10.30, Meride), in un momento di approfondimento aperto al pubblico in cui dialogheranno Saverio La Ruina, Abderrahim El Hadiri (in scena con Archimede, forse), l’attivista Gabriela Giuria Tasville e il Presidente del Festival, l’avvocato Marco Mona. L’evento è sostenuto dal Programma integrazione cantonale del Dipartimento delle Istituzioni della Repubblica e Cantone Ticino. L’ingresso è gratuito previa prenotazione sul sito del Festival.
Venerdì sera, però, il palcoscenico di Arzo non rimarrà buio e, sempre alle ore 21.30, andrà in scena "Polvere. Dialogo tra uomo e donna" con Saverio La Ruina e Cecilia Foti. Lo spettacolo è un lavoro che affronta i rapporti di potere nella coppia, la violenza di genere e il femminicidio. «Le botte sono la parte più fisica del rapporto violento di coppia. Ma c’è un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano intorno alla donna», spiega La Ruina.
Durante il Festival sarà inaugurata la mostra visiva e sonora "Eravamo felici di ogni piccola cosa" proposta dal Club Athena, associazione delle e degli utenti del Centro diurno dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale di Chiasso, in collaborazione con l’Associazione REC. L’installazione, un lavoro sul sé e sulla memoria, nata dall’incontro dei partecipanti con Ricardo Torres, troverà spazio sui muri, pubblici e privati, dei luoghi del Festival: ad Arzo, Meride e Tremona.