I fratelli Vladimir e Anton Jablokov sono i protagonisti del concerto in programma domenica 3 novembre al Palazzo dei Congressi
LUGANO - Domenica 3 novembre il Palazzo dei Congressi di Lugano ospiterà dalle 17 Vladimir e Anton Jablokov. Qui, accompagnati dalla United Soloists Orchestra, diretta da Arseniy Shkaptsov, i due fratelli si esibiranno con il loro stile inconfondibile, che li ha resi celebri in Irlanda e nel Regno Unito - dove si esibiscono regolarmente sui palchi più prestigiosi come il London Palladium, i BBC Proms e il National Concert Hall di Dublino.
Una famiglia per la musica - «Siamo la quarta generazione di musicisti, la terza che lo fa professionalmente» spiega Anton. «Mia nonna è flautista, ha 94 anni (e verrà a sentire il concerto), mio nonno era violinista e Konzertmeister in tante orchestre e anche papà e mamma sono violinisti. Lui era anche solista e professore, lei suonava al teatro a Bratislava e insegnava». Per i piccoli Vladimir e Anton è stato più che naturale approdare a questo strumento. «Però papà ci ha impedito d'iniziare prima dei sei anni, non voleva che avessimo un'infanzia troppo impegnativa».
Un busker "classico" - Lo studio dello strumento ha preso il via in parallelo alla frequentazione scolastica. «Non ho mai avuto dubbi: ho sempre voluto essere un violinista» spiega Anton. Per Vladimir, il fratello "ribelle", non è stato lo stesso: «Diceva che non c'era nessun futuro e non gli piaceva la musica classica». Ha quindi deciso di cercare fortuna in Irlanda, «ma ci è andato con soldi per due-tre mesi e senza conoscere la lingua inglese». Quando il denaro è finito ha fatto ricorso a ciò che conosceva meglio: il violino. Lo ha fatto da busker, suonando nella celebre Grafton Street a Dublino. «Suonando lì ha riscoperto il suo amore per la musica, ha apprezzato le reazioni delle persone e pian piano è ritornato alla classica».
Mentre Vladimir sperimentava in Irlanda, Anton si è dedicato ai concorsi internazionali e agli studi al Conservatorio di Lucerna, alla Folkwang Universität der Künste a Essen e al Conservatorio della Svizzera italiana sotto la guida di Sergej Krylov. Studi terminati con due Master, uno dei quali in Specialized Music Performance che si è concluso con il concerto da solista con l’OSI nel 2017.
Musicisti, ma anche impresari - I fratelli Jablokov hanno manifestato fin da giovani due talenti: quello musicale, che avuto modo di essere messo in mostra spesso, e un altro che è rimasto un po' più sottotraccia: quello imprenditoriale. «Facevamo parte di un coro maschile e andavamo sempre a Vienna, all'Opera nazionale, per cantare. Prima degli spettacoli vedevamo tanti musicisti di strada e Vladimir mi diceva: "Dovremmo provarci anche noi"». E così fu: il loro esordio come duo avvenne lì. Anton aveva 8 anni e Vladimir 13.
Uno spirito pratico, declinato sugli affari, che ora li porta a essere impresari di se stessi. «In realtà c'è più lavoro nell'organizzare lo spettacolo che nell'allestire la scaletta» fa notare Anton. È stato in Irlanda che Vladimir ha maturato le prime esperienze, fino ad arrivare alla 3Arena, capace di contenere 150 musicisti sul palco e diecimila spettatori. Qui, anche quest’anno si terrà il Concerto di Natale che fa parte del calendario musicale di Dublino dal 2008.
Anton risiede a Bellinzona da 10 anni e qui si è sposato. «Ho iniziato a organizzare dei concerti in Ticino, prima a Bellinzona - che sono andati molto bene - e quindi ho pensato di provare con Lugano».
Invogliare gli spettatori a tornare - La sostanza e la qualità dell'offerta sono i punti di forza degli eventi dei fratelli Jablokov. Il trucco? Proporre concerti che invogliano gli spettatori a tornare. La promozione tramite i social invece non è mai stata un loro punto di forza. Le cose però stanno cambiando anche grazie all’influenza dell’amico di Anton, Jodok Vuille, violoncellista svizzero che ha vinto il Swiss Influencer Award 2024. Quest’estate, malgrado le reticenze di Anton, assieme hanno realizzato un video sul lungolago di Ascona che sui vari canali social dei due artisti ha raggiunto oltre 160 milioni di visualizzazioni. «Per questo successo devo ringraziare mia moglie che mi ha convinto a non rifiutare la proposta di Jodok. Alla fine è stato simpatico guardare i numeri e leggere i commenti di spettatori emozionati. Molti hanno chiesto dove fosse quello splendido luogo».
Un programma per tutti i gusti - Il programma di domenica è quanto di più "inclusivo" si possa offrire a un pubblico generalista. «Affrontiamo diversi generi e parliamo durante il concerto, spieghiamo i pezzi e il loro background. Le persone, anche quelle che non sono abituate a un'esibizione classica, possono godersi l'esperienza». In scaletta troviamo ovviamente brani dei grandi autori, ma anche pezzi popolari, grandi colonne sonore (ad esempio "Il Padrino", "Schindler's List") e arrangiamenti classici di hit pop, come "Viva La Vida" dei Coldplay o "Bohemian Rhapsody" dei Queen. «Abbiamo aggiunto le nostre variazioni, dei virtuosismi e poi c'è tutta l'orchestra, ma la gente le riconosce sempre e riscuotono grande successo. La prima metà è invece più tradizionale».
Palazzo dei Congressi, non per caso - Il primo concerto a cui Anton ha assistito a Lugano è stato al Palazzo dei Congressi. Vi si esibiva il suo maestro Sergej Krylov che suonava con l’OSI e Anton ne conserva un bellissimo ricordo. La sala gli è piaciuta molto, ma ha avuto l’impressione che l’acustica non fosse uniformemente perfetta. Per questa ragione il concerto del 3 novembre sarà amplificato in modo da ottenere un risultato ottimale.
Gli ospiti e l'orchestra - Il concerto luganese sarà ricco di ospiti ticinesi. «Milo Ferrazzini al violoncello, che farà dei bellissimi assoli; Elisa Netzer all’arpa; Stefano Moccetti alla chitarra, con il quale eseguiremo la nostra "Follia" che abbiamo fatto orchestrare. Non vediamo l'ora di ascoltarla in questa versione». L'orchestra è la United Soloists Orchestra, che gli appassionati ticinesi conoscono bene, diretta da Arseniy Shkaptsov. «Ho suonato tante volte con lui, fin dall'inizio del progetto» afferma Anton. «Mi piace molto questa orchestra perché sono tutti entusiasti e suonano con gioia. Poi mi piace molto questa idea che ha Arseniy, che ogni musicista o quasi può alzarsi in piedi e suonare da solista. Con Milo Ferrazzini avverrà proprio questo».