Sette i lungometraggi provenienti dal Ticino per "Panorama Suisse", la rassegna si terrà dal 22 al 29 gennaio
SOLETTA - Molte delle opere selezionate per la 60esima edizione delle Giornate di Soletta trattano di eredità e successione. Un occhio di riguardo viene anche dato alla nuova generazione di cineasti che porta storie personali, hanno indicato oggi gli organizzatori.
Fra le pellicole che trattano il tema dell'eredità, oltre al film di apertura "Die Hinterlassenschaft des Bruno Stefanini" (L'eredità di Bruno Stefanini), annunciato settimana scorsa, c'è il documentario "Il ragazzo della Drina" del regista di origine bosniaca Zijad Ibrahimovic, da diverso tempo residente in Ticino. Il film, che è in lizza per il Prix de Soleure, mostra come le nuove generazioni convivono con l'eredità della guerra e la superano.
Nella sezione "Panorama Suisse", che presenta una selezione dei migliori film usciti in Svizzera nel 2024, sono stati scelti un totale di 162 film, molti dei quali in prima mondiale o svizzera. Dei 91 lungometraggi, 52 provengono dalla Svizzera tedesca, 18 dalla Romandia, 7 dal Ticino mentre 14 hanno svariate provenienze. Tra questi, 21 sono in lizza per i tre concorsi "Prix de Soleure", "Prix du Public" e "Visioni". Gli ulteriori 71 film sono cortometraggi.
Sei film in lizza per Prix de Soleure - In questa edizione sono in sei, quattro documentari e due pellicole di finzione, a contendersi il premio principale Prix de Soleure, dotato di 60'000 franchi, la più alta ricompensa del cinema svizzero.
Fra questi il già citato "Il ragazzo della Drina" di Zijad Ibrahimovic, in prima mondiale, concorre al fianco del film di finzione "Bagger Drama" di Piet Baumgartner, premio della regia al Festival internazionale del cinema di San Sebastián a settembre. In concorso anche un film di finzione romando "Hôtel Silence" di Léa Pool. Le altre pellicole in lizza sono documentari della Svizzera tedesca: "Dom" di Svetlana Rodina e Laurent Stoop, "Immortals" di Maja Tschumi e "Unter Mangobäumen" di Damaris Lüthi.
Storie personali - Ampio spazio viene dato anche alla nuova generazione di cineasti e alle prospettive personali che essa apporta, con storie, come quella del regista Filippo Demarchi, nato a Zurigo e cresciuto in Ticino, che in "Osteria all'undici" racconta del suo burnout.
Il film è in lizza per il premio "Visioni", assieme ad altre sei pellicole di registi emergenti alla loro prima o seconda opera. Fra queste si cita "Bilder im Kopf" della solettese Eleonora Camizzi che tratta della malattia psichica del padre.
Come lo scorso anno, l'attribuzione del Prix de Soleure (mercoledì 29 gennaio) si terrà separatamente da quella dei premi dedicati agli artisti emergenti ("Notte delle Visioni", sabato 25 gennaio), per dare la possibilità a quest'ultimi di venire notati e per permettere al pubblico di vedere tali film nell'ambito delle Giornate.
Focus su film biografici e Giura - Come già annunciato nel corso del mese di novembre, le Giornate di Soletta si focalizzeranno anche su film biografici nella sezione "Focus". Si cita ad esempio, la regista italiana Susanna Nicchiarelli che presenterà "Chiara". Il film è la parte finale della sua trilogia biografica femminile e segue "Nico, 1988" (2017) e "Miss Marx" (2020).
Per il loro sessantesimo anniversario le Giornate di Soletta renderanno omaggio al paesaggio del Giura con una retrospettiva che ripercorre opere di un secolo di storia del cinema. Le oltre 30 pellicole, svizzere e francesi, sono state girate nell'Arco giurassiano, ai piedi del quale sorge la cittadina di Soletta. Fra queste si cita il poliziesco francese "La mia legge" ("Les Granges brulées", 1973) con Alain Delon.
In collaborazione con il festival, il Kunstmuseum di Soletta, presenta un'esposizione dedicata alla rappresentazione artistica del massiccio del Giura.
Le 60e Giornate di Soletta si tengono dal 22 al 29 gennaio. La cerimonia di apertura si terrà in presenza della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider.