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RIAZZINOČajkovskij sulla dancefloor

09.03.23 - 06:30
Tre dei protagonisti del concerto dell'Orchestra della Svizzera italiana al Vanilla Club ci spiegano com'è nato l'evento del 14 marzo
VANILLA CLUB / OSI
Čajkovskij sulla dancefloor
Tre dei protagonisti del concerto dell'Orchestra della Svizzera italiana al Vanilla Club ci spiegano com'è nato l'evento del 14 marzo

RIAZZINO - Si avvicina il momento più particolare della rassegna "be connected" che vede impegnata, fin dalla scorsa estate, l'Orchestra della Svizzera italiana (OSI). Martedì 14 marzo alle ore 20.30 per la prima volta un’Orchestra si esibisce sulla pista del Vanilla. I musicisti dell’OSI proporranno una Sinfonia di Čajkovskij insieme a brani di Terry Riley e Steve Reich, pionieri della minimal. Ad arricchire il tutto ci sarà un grandioso spettacolo di luci e video, un’esperienza globale sotto la direzione di Markus Poschner, direttore principale OSI, in collaborazione con il Conservatorio della Svizzera italiana.

In vista di questo evento importante e decisamente fuori dal comune abbiamo intervistato alcune delle persone che ne hanno permesso la realizzazione. A cominciare da Barbara Widmer, direttore artistico ad interim dell'Orchestra.

Come è nata l'idea di portare l'OSI in discoteca?
«L’idea è inserita nel progetto pilota che abbiamo avviato da circa un anno (con l’OSI in vetta al Monte Tamaro, e poi Back to school nelle scuole, Lunch with OSI nella sala del LAC e ora OSI@Vanilla). L’intento di questo nuovo formato è quello di disseminare l’identità dell’Orchestra della Svizzera italiana laddove certi confini sembrano ancora esistere. Avvicinamento, esperienza, community, linguaggio comune: sono questi i punti forti di “be connected”, concetti con cui cerchiamo di oltrepassare veramente i confini solleticando la curiosità del pubblico (si spera anche nuovo) fuori dai soliti schemi, con formati inediti che possono incuriosire e parlare in un’altra maniera… Se Maometto non va alla montagna, è la montagna che
va da Maometto!».

Come è stata recepita la proposta?
«Penso (e spero) piuttosto bene. Ho sentito molta positività e soprattutto curiosità. È tuttavia normale, quando si fanno operazioni di questo genere, che non tutti ne siano entusiasti, soprattutto chi è un vero intenditore, ma credo che il senso di questi progetti perlomeno venga capito e, per così dire, accettato da tutti. Non si tratterà di un concerto, ma di una vera esperienza globale, sottolineando gli aspetti che una discoteca può offrire: luci, video, spazi diversi. Un’immersione nella musica attraverso strumenti che solitamente non siamo abituati ad associare a un’orchestra».

Si era mai visto, in Svizzera, un ensemble sinfonico esibirsi in un contesto così atipico?
«Non ne sono sicura, saremo forse i pionieri, anche se nel resto della Svizzera ci sono luoghi molto suggestivi dove le altre Orchestre professionali propongono progetti originali, sulla linea
dell’Audience Development. Mi ricordo che tanti anni fa mi ha affascinato molto un progetto musicale nella cornice particolare di un centro di boxeurs».

Come sono stati scelti i brani che saranno proposti?
«Inserendosi anche nella conclusione del progetto “Tracce - Čajkovskij” iniziato due stagioni fa con il Maestro Markus Poschner per una rilettura attualizzata delle opere sinfoniche del compositore russo, abbiamo pensato che questo fosse il momento giusto per lasciare alcune “tracce” anche nel Sopraceneri. Ecco dunque la Terza sinfonia di Čajkovskij ma non solo: ad accompagnarla ci saranno diversi brani attuali, in un’originale alternanza fra momenti di musica classica e rimandi alla musica minimalista. Il pubblico verrà accolto in discoteca dal celebre brano "In C" del compositore statunitense Terry Riley, che trasporterà letteralmente i presenti in un’altra dimensione, mentre tra un movimento e l’altro della sinfonia riecheggeranno frammenti (da Electric Counterpoint e New York Counterpoint) di Steve Reich, tra i pionieri della musica che oggi tutti conosciamo come elettronica/minimal. A eseguire questi brani saranno gli studenti del Conservatorio della Svizzera italiana, preparati da Francesco Bossaglia».

Visto l'ambiente particolare, Direttore e musicisti indosseranno abiti più casual oppure il completo classico?
«Non mi soffermerei molto su questo aspetto, l’OSI sarà in camicia nera come spesso succede nelle occasioni che lo permettono».

Tra gli altri che abbiamo voluto interpellare c'è Marzio Picchetti, il light designer della serata.

Le è mai capitato di concepire uno show di luci partendo da ingredienti così particolari?
«Concepire uno spettacolo di luci per eventi particolari è un po’ il “sale” che serve a noi light designer per poter affrontare sempre nuove sfide. In questo caso, ho puntato sulla ricerca drammaturgica del contesto particolare in cui avverrà la serata. Avendo già realizzato concerti ed eventi in questo particolare locale, ho provato a portare una novità: il fulcro dello spettacolo non sarà sul palcoscenico o sul tavolo da DJ, bensì nel dancefloor (la pista) dove solitamente sta il pubblico. La particolarità del contesto, dunque, insieme al posizionamento dell’orchestra portano a provare ad aprire gli orizzonti delle luci. In altre parole, con il gioco di luci si vuole provare a creare un contesto in cui la musica echeggia attraverso l’illuminazione».

Un'orchestra sinfonica in una discoteca: come la si valorizza?
«In generale considero le luci sempre un mezzo, che viene percepito da uno dei nostri sensi, la vista: gli occhi devono quindi essere lo strumento per poter leggere in modo diverso quello che viene eseguito. In questo caso la musica è il fulcro dello spettacolo e la luce deve semplicemente provare ad aiutarne una miglior lettura attraverso lo spazio. Il contesto particolare sicuramente incuriosisce il pubblico: la luce».

Ultimo, ma non per importanza, il padrone di casa: Daniel Perri, gerente del Vanilla Club di Riazzino.

Ricorda com'è nata la proposta di portare l'OSI al Vanilla?
«È stato durante il Covid che è nata l'idea. È interessante e stimolante accogliere tipologie differenti di eventi e offrirle al pubblico. Vanilla è sempre più uno spazio eventi e si sta approcciando al mondo culturale nei suoi vari generi. Allo stesso tempo trovo che per l’OSI sia un'occasione unica per mostrarsi ai giovani in una nuova veste».

Come si preparerà la discoteca ad accogliere l'ensemble?
«L'attenzione sarà focalizzata sulla dancefloor (la pista), che in questo caso non sarà calpestata dalla gente che balla ma dall'orchestra che suona».

L’OSI è l'ospite musicale più particolare mai accolto tra le mura del club di Riazzino?
«Senza dubbio l’Orchestra della Svizzera italiana è ciò che più esce dalle righe della nostra programmazione. Spero sia un primo esperimento che permetterà a un pubblico nuovo di conoscere il mondo clubbing».

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