In programma al LAC, per l'apertura stagionale di LuganoMusica, due sinfonie di Beethoven
LUGANO - Daniele Gatti dirige la quarta e la quinta di Beethoven, giovedì 21 settembre alle 20.30 al LAC di Lugano. Quale migliore apertura di stagione poteva riservare al pubblico di LuganoMusica il direttore milanese che con l’Orchestra Mozart ha intrapreso l’esecuzione dell’integrale delle sinfonie beethoveniane? E quando sui leggii c’è la Sinfonia n. 5 non si può che pensare alla musica assoluta, pura energia che supera ogni limite con la forza dello spirito. Lo spirito infinito di tanta bellezza trova ancora oggi vigore proprio come scrisse sull’Allgemeine Musikalische Zeitung il primo recensore Hoffmann: la quinta possiede una sorta di potere rivelatore. Conduce l’essere umano a gradi di consapevolezza insospettabili: «Schiude all’uomo un regno sconosciuto». Lo introduce e accompagna in un mondo che non ha niente in comune con «quello esteriore dei sensi che lo circondano» e neppure gli somiglia. La nostalgia per luoghi mai visti, la tristezza provata per il ricordo di parole mai ascoltate sono la radice più intima dell’inquietudine romantica. Le risposte alle nostre domande vengono spontanee, luminose. La musica di Beethoven muove le leve del brivido. «Egli separa il suo io dal regno interiore dei suoni e domina su di essi al pari di un signore assoluto».
È una bellissima occasione d’ascolto il confronto tra le due opere in programma in questo concerto. Seppur profondamente diverse nell’intenzione e nella forma le due Sinfonie in programma sono strettamente legate. Ricca di dubbi e ripensamenti, la gestazione della Quinta sinfonia occupò quattro anni rappresentando per Beethoven un impegno quasi ossessivo.
La Quarta sinfonia nacque all'ombra dell'opera maggiore su richiesta del conte Franz von Oppersdorf quasi come diversivo. Fuori da ambizioni titaniche e ispirata piuttosto a principi estetici di puro intrattenimento, la quarta ha un carattere vivo, sveglio, gioioso, oppure d'una dolcezza celeste. Nella Quinta sinfonia è «il destino che batte alla porta» come leggenda vuole nelle parole proprio di Beethoven, emergono gli opposti in lotta, in un antagonismo in perenne mutamento: contrasti violenti si susseguono a momenti più mitigati e lirici, passi ritmici si alternano a più morbidi accenti a linee tematiche più tenui e addolcite in un climax sempre crescendo fino a un finale liberatorio che sottende a tutta l’evoluzione di uno dei massimi capolavori sinfonici.
Chiacchiere musicali e presentazione del concerto in Sala refettorio alle 19.30. Prevendita disponibile sul sito del Lac.