Ecco il programma della prima giornata della rassegna dedicata al teatro, all'incontro e alla riflessione
ARZO - Al via il 23esimo Festival di Narrazione di Arzo. Da oggi e sino al 20 agosto Arzo e Meride si animeranno di maschere e musiche con l'intenzione di portare al pubblico una nuova riflessione sulla prigione, che essa sia mentale o fatta di sbarre e cemento.
Percorrendo le vie verso le corti, ci si immergerà nell'atmosfera del festival attraverso la rassegna fotografica "Per me si va per la perduta gente". L'installazione - allestita in maniera diffusa e curata dall'Odv Ri-Scatti in collaborazione con il Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano - è stata creata con gli scatti numerosi autori e numerose autrici che sono entrati ed entrate nelle case di reclusione di Opera e di Bollate, nella casa Circondariale F. di Cataldo e nell'Istituto per minorenni Cesare Beccaria. Nell'ultimo giorno di festival sarà possibile visitare l'insieme dell'esposizione nella corte dei Miracoli a partire dalle 16.
Nella tarda mattinata di giovedì si terrà il primo vero evento del festival, con un workshop dedicato agli adulti di teatro partecipato già sold out. Quindi, alle 21:30, si entrerà nel vivo con uno spettacolo che vuole raccontare una storia, quella di Enzo Tortora, fatta di ingiustizie, di incomprensioni e di verifiche che, se non fossero state ignorate, non si sarebbe arrivati alla carcerazione ingiusta di uno dei volti più noti della televisione italiana del tempo. Sul palco: Simone Tudda. Testo e regia di Chicco Dossi. L'appuntamento con "Nell'occhio del labirinto. Apologia di Enzo Tortora" è nel Giardino Castello di Arzo.
La serata si concluderà infine con "Ho sonno. Il mondo a occhi chiusi". Di e con Vittorio Ondedei e Giulio Escalona, narra le vicende di un uomo che ha sonno, ma non vuole dormire. E che si perde nei pensieri, nelle domande - troppe - relative al mondo dei sogni, cercando di ricordare: «Com'era dormire da piccoli?». Lo spettacolo comincia alle 23:45 nella Corte Scacchi di Meride.
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