Grazie al trionfo in super G della ticinese, la Svizzera è nella storia dei Giochi: «Devo ancora rendermene conto».
«È difficile trovare le parole giuste dopo questa giornata così intensa, è il momento di lasciar andare le emozioni. Come dicevo l'anno scorso ai Mondiali di Cortina, ora mi sto divertendo».
PECHINO - Salita a quota 7 medaglie grazie ai capolavori di Michelle Gisin e Lara Gut-Behrami in super G - arrivati poco dopo il bronzo di Jan Scherrer nell'halfpipe -, la Svizzera è anche entrata ufficialmente nella storia dei Giochi olimpici invernali. Il motivo? La nostra, proprio grazie a Lara e al suo successo, è diventata la prima delegazione a conquistare almeno una medaglia d'oro in tutte le discipline che figurano nel programma dello Sci Alpino.
«Credo che mi ci vorrà qualche giorno per realizzare questa impresa, ora è tutto un po' confuso - ha commentato a "20minutes" la ticinese, prima rossocrociata ad imporsi in un super G olimpico - Normalmente ai Giochi piangevo per altri motivi», ha aggiunto ripensando soprattutto alla medaglia sfumata beffardamente nel 2018. «Oggi invece è il giorno giusto per lasciar andare tutte le emozioni. Tutti i miei cari a casa hanno pianto di gioia, da mia mamma a mio marito, ma anche mio papà che è qui con me».
«È difficile trovare le parole giuste dopo questa giornata così intensa - ha continuato la 30enne di Comano - Dopo la gara ero molto nervosa, pensavo di non aver fatto abbastanza. Invece sì, ho una medaglia d'oro al collo, ma devo ancora rendermene bene conto».
Poi una riflessione sulla sua carriera, ricchissima di successi. Nella sua bacheca, oltre alle 3 medaglie olimpiche, una generale di Coppa del Mondo e 3 Coppe di specialità (super G), spiccano pure 8 medaglie iridate (2 ori, 3 argenti e 3 bronzi). «A 16 o 17 anni avrei firmato per un terzo dei successi ottenuti nella mia carriera. Spesso in passato il mio errore è stato quello di concentrarmi troppo sulla prossima gara, senza approfittare e godermi il presente. Come dicevo l'anno scorso ai Mondiali di Cortina, ora mi sto divertendo. Ora mi sento più libera e non è una medaglia che fa la differenza. Spesso sono stata troppo dura con me stessa. In una carriera le cose belle non sono soltanto le vittorie».
Alcuni avevano criticato la scelta di non partecipare alle ultime gare di CdM, prima delle Olimpiadi: «È stata una decisione corretta - si legge su 20 minuten - O vai a casa e ricarichi le batterie oppure rischi di cadere di nuovo. Il mio “posto sicuro” è a casa. Mi ha aiutato molto quello stop, era la mia unica possibilità».