Evaristo Roncelli, cofondatore del movimento Avanti
È sempre la stessa storia: i partiti storici perdono consensi a favore delle nuove forze politiche e propongono di cambiare le regole elettorali. Ora si parla di una soglia di sbarramento del 4% per il parlamento.
Questa modifica significherebbe che, se nuovi movimenti non raggiungono il 4% dei voti, i loro voti sono sprecati e non contano nella ripartizione dei posti in Gran Consiglio. In poche parole, i partiti storici perderebbero voti ma manterrebbero le poltrone. Insomma, finirebbero per vincere anche quando perdono!
La proposta arriva dopo giorni di accorati appelli al voto utile da parte dei partiti di governo. Chiedono agli elettori di sostenerli per salvare i loro posti nelle commissioni. Invece di tutelare i cittadini chiedono ai cittadini di essere tutelati loro… rispetto alla volontà dei cittadini. Farebbe ridere se non facesse piangere.
La paura della frammentazione è in realtà la paura di perdere il potere. Con più forze in parlamento, il paese è rappresentato meglio in realtà. Ma poi è necessario che i partiti grossi discutano con gli altri e non potrebbero più decidere tutto da soli o mettendosi d’accordo in tre.
Ma visto che vogliamo fare ingegneria tecnico-elettorale, anch’io ho alcune modeste proposte per cambiare il sistema elettorale: 1) elezione del Consiglio di Stato con il sistema maggioritario, 2) riduzione dei parlamentari da 90 a 60, 3) elezione del Gran Consiglio con il maggioritario, 4) formazione dei gruppi parlamentari dopo le elezioni. Così le 5 persone più votate dal popolo vanno in governo, partiti o non partiti. Così, le 60 persone più votate dal popolo entrano in parlamento, partiti o non partiti. E formerebbero gruppi a sostegno od opposizione del governo, creando una dinamica più sana. Questo sistema potrebbe avvicinare alla politica persone competenti che oggi non si riconoscono nei partiti e nel loro potere di veto o mediazione. Potremmo anche eleggere giudici, magistrati e membri dei consigli d'amministrazione delle aziende pubbliche con sistemi simili. Più potere ai cittadini, al popolo, insomma.
Sono consapevole che queste proposte non piaceranno alla casta politica. Tuttavia, è tempo di cambiare le vecchie dinamiche che tengono il Canton Ticino ancorato al potere, invece di costruire il bene comune. Credo che il vero cambiamento dipenda dal popolo e dalla sua volontà di essere il vero sovrano.