I e le Verdi del Ticino
I e le Verdi del Ticino hanno analizzato con attenzione il nuovo Piano Energetico e Climatico cantonale (PECC) e salutano favorevolmente i suoi obiettivi strategici. L'impostazione generale del PECC è condivisa anche se in alcune sue parti è evidente la mancanza di un grado sufficiente di approfondimento. I Verdi del Ticino salutano positivamente il fatto che il piano come da loro proposto sia stato esteso alla componente climatica, sia in termini di riduzione delle emissioni di CO2 che di adattamento ai mutamenti climatici ormai inevitabili.
In linea con il piano climatico dei Verdi Svizzeri I Verdi del Ticino condividono l’obiettivo di una società rinnovabile al 100% e un Ticino climaticamente neutrale, tuttavia la data del 2050 è eccessivamente conservativa e andrebbe anticipata al 2040 anche per tener presente con la giusta equità la responsabilità storica dei paesi occidentali industrializzati nelle emissioni climalteranti accumulate finora. I Verdi del Ticino propongono quindi di anticipare tutti gli obiettivi del PECC proposti nella consultazione al 2040. Inoltre l'aumento della produzione solare fotovoltaica e la riduzione dei consumi devono essere estesi oltre il 2040 per contribuire a ridurre il deficit energetico invernale.
I Verdi del Ticino ritengono che anche nel nuovo PECC vi sia una tendenza a sottostimare il potenziale di crescita del solare fotovoltaico come pure di altri sviluppi tecnologici e i notevoli vantaggi economici che queste misure portano a famiglie e aziende. A fronte di un potenziale del solare fotovoltaico superiore a 3400 GWh I Verdi propongono di raggiungere nel 2040 1600 GWh e 2450 GWh nel 2050, rispetto ai soli 1500 GWh previsti dal PECC. Per quanto riguarda l'idroelettrico I Verdi sostengono un suo prudente consolidamento che tenga in considerazione le incertezze causate dal mutamento climatico: questo deve avvenire con il rinnovo di tutti gli impianti esistenti, l'introduzione sistematica di sistemi di pompaggio-turbinaggio e l'innalzamento della diga del Sambuco.
Per quanto riguarda i consumi I Verdi ritengono che si possano ridurre ulteriormente di almeno il 6% rispetto a quanto prevede già il PECC: questo dovrebbe avvenire soprattutto nel settore degli edifici (maggiore quota di edifici di classe A) e nella mobilità (mobilità maggiormente orientata verso quella collettiva e dolce).
Rispetto al PECC messo in consultazione I Verdi del Ticino stimano che le loro proposte permetterebbero complessivamente di ridurre nel 2050 la componente di energia di origine fossile dal 11% al 2% e di ridurre significativamente il deficit energetico invernale da ca. 665 GWh a ca. 200 GWh. Il deficit rimanente potrebbe essere coperto con partecipazioni rinnovabili all'estero (con vincolo di importazione) o con lo stoccaggio stagionale sotto forma di idrogeno, carburanti/gas sintetici o altri sistemi.
L'obiettivo di zero emissioni nette di CO2 secondo I Verdi deve essere raggiunto già nel 2040 sia riducendo più velocemente l'uso di fonti fossili e le relative emissioni che sfruttando lo stoccaggio di CO2 tramite l'accrescimento del bosco e la cattura di CO2 ad esempio presso l'inceneritore di Giubiasco.
Per ogni settore che contribuisce ai consumi energetici e alle emissioni di CO2 I Verdi hanno fatto una revisione critica degli indirizzi e elaborato tutta una serie di ulteriori proposte e soluzioni concrete per realizzarli.
Infine per quanto concerne l’adattamento ai mutamenti climatici il PECC presenta poche misure concrete. Secondo I Verdi dovrebbe esserci una strategia e un catalogo di provvedimenti più dettagliato e preciso con le relative tempistiche di realizzazione e il relativo monitoraggio, in particolare per ridurre le superfici pavimentate in cemento e asfalto e sostituirle con superfici verdi e per l'aumento del numero di alberi d’alto fusto in tutte le zone urbane cantonali.
Nei prossimi giorni I Verdi inoltreranno le loro proposte e osservazioni articolate nel quadro della consultazione sul PECC in corso.